Regione Calabria. Da Salvatore Magarò le proposte per l’ultima fase di legislatura

Reggio Calabria. “In una situazione come quella calabrese, la politica nel suo insieme, a cominciare da noi consiglieri regionali, deve cambiare modo di essere, deve compiere necessariamente un salto di qualità passando dalla denuncia all’indicazione di rimedi e soluzioni, dalla facile protesta alla proposta, con l’individuazione delle risorse finanziarie da cui attingere”.
E’ quanto dichiara Salvatore Magarò, presidente della Commissione regionale contro la ndrangheta, sottolineando che “almeno l’ultima fase della legislatura regionale dev’essere riservata all’apertura di un ‘cantiere della concretezza’ affinché nella politica calabrese si intrecci sui temi ‘del fare’ una sfida aperta a tutti ”. “Leggo quotidianamente sui giornali – prosegue l’esponente politico – che molti di noi elencano sempre le cose che non funzionano. Tanto per fare qualche esempio, vanno a visitare gli ospedali e rilevano carenze strutturali e di personale, intervengono per sottolineare ritardi, per dare colpe a tizio o a caio, ecc.”. “Altri chiedono postazioni di potere – aggiunge Magarò – rivendicano risposte clientelari e assistenziali, ecc. Li seguo, li ascolto e li leggo con attenzione. Ma non trovo mai una proposta positiva o l’indicazione di una soluzione fattibile. Mentre, chi ha incarichi di governo, spesso, troppo spesso, affronta le questioni solo quando diventano casi-limite, quando scoppia la protesta e quasi mai preventivamente, quando più serenamente di possono fronteggiare e risolvere”. “E’ troppo facile fare così, troppo comodo agire con simili metodi di approccio. Bene che vada – osserva il presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta – l’idea che all’esterno si percepisce e che arriva ai cittadini è che siamo inadeguati. Mi piacerebbe molto invece, se si pensasse ad indire un concorso di idee su come affrontare l’emergenza, su come governare la sfida, su quali strade percorrere. Da mesi ho avviato una ‘campagna d’ascolto’, incontrando semplici cittadini, donne, uomini e giovani soprattutto nei piccoli centri. Non credo debba essere questa una mia ‘esclusiva’, farebbe bene estendere a tutti questo metodo, aldilà delle appartenenze politiche, per accorciare le distanze – quasi sempre abissali in Calabria – tra i cittadini e le istituzioni, tra la gente e i Palazzi e per individuare le priorità di una fase politica di fine legislatura che metta al centro i problemi dei cittadini e delle imprese calabresi e la loro soluzione”.

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