Reggio Calabria. La riunione tanto sbandierata che si terrà giorno 27 gennaio a Lamezia Terme e che nelle intenzioni della Giunta regionale dovrebbe segnare l’apertura del percorso di stabilizzazione per gli LSU-LPU calabresi, è in realtà una pura passerella politica, nel corso della quale il Presidente Scopelliti e il Governo regionale tenteranno di accaparrarsi i meriti di qualcosa che, in realtà, non li vede affatto protagonisti. Giorno 27 tutti i lavoratori precari calabresi sono stati invitati con la scusa che in quella stessa sede dovranno dare la loro adesione formale per l’inserimento nell’elenco regionale dei precari di cui alla LR 1/2014. Saranno addirittura predisposti numerosi banchetti per il ricevimento di queste istanze (che in realtà potranno essere anche spedite nei termini stabiliti dalla stessa Legge). Un’iniziativa di pura propaganda, dove i lavoratori sono stati coinvolti solo per fare numero. E’ bene ribadire che la Legge regionale 1/2014 non ha nulla a che vedere con la stabilizzazione dei lavoratori LSU-LPU. Non ha nulla a che vedere con l’emendamento alla Legge di Stabilità che, invece, grazie ai parlamentari del centrosinistra e dopo le dure proteste del lavoratori stessi e le incessanti iniziative sindacali, ha consentito lo stanziamento di 50 milioni di euro per la contrattualizzazione dei lavoratori fino al 2016 a tempo determinato. Piuttosto, vista la solerzia con la quale la Giunta rivendica meriti altrui, appena il Governo nazionale emanerà i decreti attuativi, la Regione si faccia immediatamente carico, se ne è capace, di provvedere ad un bando con risorse proprie per mettere gli enti utilizzatori nelle reali condizioni di poter procedere alle stabilizzazioni. La Legge 1/2014 di cui il Governo regionale giorno 27 darà sfoggio, non c’entra nulla con il processo di stabilizzazione. La Regione intende solo creare un albo regionale generale del precariato (ma gli elenchi dei lavoratori sono già in possesso della Regione), che potrebbe causare complicazioni rispetto alla procedura con cui gli enti utilizzatori, nel 2007, riuscirono ad attuare le stabilizzazioni, creando un ulteriore filtro dei centri per l’impiego e graduatorie aggiuntive. Se il Governo regionale tiene tanto a questi lavoratori come mai, quando c’erano le condizioni politiche di un governo “amico”, per gli LSU-LPU calabresi non fu trovata la stessa soluzione che per quelli siciliani e campani? Invece e per l’ennesima volta invitiamo la Giunta regionale a pagare gli ultimi mesi di sussidi ed integrazioni del 2013 con fondi propri e che non venga la brillante idea di destinare le nuove risorse statali, che servono per la stabilizzazione, per sanare situazioni pregresse. Sinceramente vogliamo proprio capire come, una Giunta che non è sistematicamente in grado di provvedere a pagare stipendi arretrati, sia in grado di gestire un processo di stabilizzazione, per il quale, sottolineiamo, non ha fatto assolutamente nulla se non tentare di accaparrarsi meriti altrui.
Nino De Gaetano e Carlo Guccione
I Consiglieri Regionali del PD