Processo Alta Tensione 2. Il testimone: “Giovanni Nucera mi chiese appoggio”, il pm ipotizza corruzione elettorale

Reggio Calabria. «Nel 2000 Nucera mi venne a chiedere appoggio elettorale. In precedenza io ero con i socialisti, ma avevo rotto con Zavettieri. Io ho sempre fatto politica e non ho mai voluto niente in cambio ma con Nucera ho parlato chiaro: io ti aiuto ma devi considerare che ho due figli. Nei prossimi cinque anni un posto, un qualcosa. Sono passati 5 anni, poi ne sono passati altri cinque e siamo arrivati a dieci. Ma da Nucera non ho avuto niente». La rivelazione è di Giuseppe Condemi, testimone al processo Alta Tensione 2, che vede imputati tra gli altri l’ex assessore comunale di Reggio Calabria, Giuseppe Plutino. All’udienza celebrata oggi, è stato chiamato a deporre Giuseppe Condemi, citato come teste a discarico. Condemi, padre di due imputati, ha ammesso di avere offerto il proprio appoggio elettorale a Giovanni Nucera, l’attuale segretario questore del Consiglio regionale, in cambio di un posto di lavoro per i propri figli, e ha inquadrato temporalmente tale offerta prima che Nucera avesse rapporti politici con Plutino. Secondo uno dei capi d’accusa, invece, corroborato dalla testimonianza dello stesso Nucera, Plutino avrebbe fatto da mediatore fra i suoi cugini, i fratelli Condemi, l’onorevole Nucera, al fine di fare assumere la nipote dei due, Maria Cuzzola. Una trattativa che Plutino ha sempre smentito, affermando che invece i rapporti tra Nucera e i suoi cugini fossero precedenti al suo rapporto politico con l’attuale questore di Palazzo Campanella.
Il pm Stefano Musolino, non appena Giuseppe Condemi ha affermato di avere offerto l’appoggio elettorale a Nucera, ha interrotto la deposizione, chiedendo al Tribunale la sospensione poiché “il testimone ha appena confessato il reato di corruzione elettorale”. Il collegio presieduto da Maria Teresa De Pascale, dopo una camera di consiglio durate circa mezz’ora, ha accolto l’istanza dell’accusa, ravvisando indizi di reato nelle dichiarazioni del teste, il quale è stato avvisato che potranno essere svolte indagini a suo carico, con facoltà di nominare un difensore.

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