Catanzaro. Ancora crisi per il centro oncologico, i lavoratori e i suoi malati, nulla di nuovo per il nostro territorio, la burocrazia ci ha portato al collasso. Come se si dimenticasse che la Fondazione è una struttura che dal 2006 si prende cura dei malati con eccellenza riconosciuta in campo internazionale e dà risposte al territorio in termini di assistenza. Abbiamo appreso dalla stampa nella giornata di ieri quanto si vociferava nei giorni passati per i corridoi della struttura, ovvero della gravissima situazione in cui versa l’Ente. Ci chiediamo come sia possibile? E’ proprio l’altro ieri (ottobre 2013) che i vertici della Sanità calabrese e il Magnifico Rettore dell’Università di Catanzaro hanno firmato un verbale d’intesa (si sono seduti) innanzi al Prefetto della città di Catanzaro per trovare una “soluzione” al problema “Campanella”. Ancora in quella sede, in tarda serata, i lavoratori che attendevano in Piazza Prefettura, preoccupati ed esasperati dopo mesi di mancato stipendio, hanno ricevuto la tanta attesa notizia che la soluzione era stata trovata!! Che la struttura avrebbe mantenuto solo 35 posti letto e i lavoratori in esubero si sarebbero “salvati” attraverso la costituzione – da parte della AO “Mater Domini”, della AO “Pugliese Ciaccio”, dell’Asp di Catanzaro, della Regione Calabria e dell’Università Magna Graecia – di una società a capitale interamente pubblico retta secondo l’istituto dell’ in house providing e apprestata per fornire servizi di natura strumentale agli Enti Soci. E tutto ciò sarebbe avvenuto entro il 30 ottobre 2013! A tutt’oggi nessuna società è stata costituita! Nessun’altra soluzione alternativa è stata formalizzata! Probabilmente a breve avremo il tanto sospirato accreditamento sui 35 PL e, in assenza di altri atti ufficiali, il management procederà a redigere un bilancio di previsione che prevederà legittimamente la sostenibilità economica per la gestione di soli 35 posti letto, quindi budget ridotto e personale ridotto.
E oggi, oltre a chiederci perché non si dà attuazione al verbale d’intesa firmato dal Prefetto, chiediamo anche:
1. Che fine faranno le UU.OO. che operano su posti letto che non verranno più gestiti dalla Fondazione? che fine farà il suo personale?
2. Che fine faranno i malati in lista d’attesa?
3. C’è ancora l’intenzione di salvaguardare una struttura che è funzionale al sistema sanitario catanzarese, e sistema didattico/formativo regionale?
4. Che senso ha tutto questo?
Queste domande volgiamo ai Soci Fondatori, nella speranza che ci diano la giusta attenzione.
I lavoratori del Cento Oncologico