Messina. La Direzione Investigativa Antimafia, rende noto con un comunicato stampa che qui di seguito pubblichiamo integralmente, ha eseguito un provvedimento di sequestro beni e quote societarie – per un valore di circa 3,5 milioni di euro – emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione di Pubblica Sicurezza del Tribunale di Messina, a carico dell’imprenditore Vincenzo Farinella 51enne di Capizzi, considerato presunto appartenente alla cosca mafiosa riconducibile al cosiddetto “Gruppo di Mistretta”, operante nella zona tirrenica- nebroidea della provincia messinese. La misura di prevenzione patrimoniale scaturisce dalla proposta a firma del Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Arturo De Felice ed i relativi accertamenti sono stati effettuati sotto il coordinamento del Procuratore della Repubblica di Messina, Guido Lo Forte. La stessa misura di prevenzione è il risultato di una complessa indagine della Dia che, valorizzando le risultanze giudiziarie, le frequentazioni, nonché le evidenze delle indagini finanziarie sul conto del Farinella e dei suoi familiari, ha consentito di metterne in luce il presunto profilo criminale e l’esistenza di un’evidente sperequazione tra i beni posseduti ed i redditi dichiarati dallo stesso.
Per quanto attiene al presunto profilo criminale, è emerso che Vincenzo Farinella:
- è stato arrestato il 22 marzo 2007, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 6656/04 Rg Gip, emessa il 14 marzo 2007 dal Gip presso il Tribunale di Messina, nell’ambito dell’operazione denominata “Montagna”, condotta dalla Sezione Anticrimine del Ros Carabinieri di Messina, per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. In seguito, lo stesso è stato imputato nel medesimo procedimento penale con l’accusa di aver fatto parte di un’associazione a delinquere di stampo mafioso riconducibile a “Cosa Nostra”, operante nella fascia tirrenica della provincia di Messina finalizzata – mediante la forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo – alla commissione di una indeterminata serie di delitti contro il patrimonio, nonché all’acquisizione in modo diretto e/o indiretto alla gestione e al controllo di attività economiche imprenditoriali o commerciali e comunque alla realizzazione di profitti e vantaggi ingiusti per sé e per gli altri. Per tale fattispecie di reato, il 30.6.2012, il Tribunale di Patti ha condannato Vincenzo Farinella alla pena di 4 anni e 9 mesi di reclusione, applicandogli la misura di sicurezza della libertà vigilata;
- già dal 2002, risulta aver frequentato soggetti dediti alla commissione di gravi reati, con segnalazioni per associazione per delinquere di tipo mafioso, detenzione di armi e munizionamento, ricettazione, estorsione, falso, truffa, e stupefacenti;
- il 23.12.1998, il Questore di Messina gli irrogava la misura di prevenzione dell’avviso orale;
- con decreto nr. 53/09 M.P. emesso dal Tribunale di Messina – I Sezione Penale Collegio delle Misure di Prevenzione – datato 20.05.2009, a Vincenzo Farinella veniva irrogata la misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, per la durata di anni due, in accoglimento della proposta formulata dal Comando Compagnia Carabinieri di Mistretta;
- la frequentazione del proposto con Camillo Bartolomeo Testa (anch’egli condannato a 12 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso e a 7 anni per estorsione, secondo le accuse inserito a pieno titolo nel sodalizio criminale della cosca “Rampulla” operante nella zona tirrenica – nebroidea), non è da ritenersi occasionale, ma fondata su solidi vincoli di amicizia e di affari.
Nel corso degli anni, avvalendosi dell’appoggio derivante dalla contiguità con il c.d. “gruppo mafioso di Mistretta” (operante nei territori di Mistretta, Capizzi, Tortorici e zone limitrofe nonché collegato con il mandamento di “Cosa Nostra” di San Mauro Castelverde – Gangi) il Farinella, attraverso la Giavin S.r.l., società allo stesso riconducibile, si inseriva nel settore degli appalti pubblici, acquisendo illecitamente le relative commesse. Farinella ha, altresì, intrattenuto rapporti di affari con vari soggetti pregiudicati per associazione mafiosa, estorsione, sequestro di persona e stupefacenti, tra cui Mario Giuseppe Scinardo (49enne, rinviato a giudizio per associazione mafiosa nell’ambito del procedimento penale relativo alla “Operazione Montagna”, già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di PS ed alla confisca a seguito di proposta della Dia), con il quale ha costituito la società “EdilCalcestruzzi S.r.l.“ (impresa con sede legale a Militello Val di Catania) assumendone la carica di amministratore unico.
Il patrimonio sottoposto a sequestro risulta costituito dal compendio aziendale e dalle quote delle seguenti imprese:
- 50% della società Casa Rione S.n.c. di Vincenzo Farinella & C., con sede legale a Capizzi, avente per oggetto la “produzione e commercializzazione di prodotti agricoli”;
- 100% della società Giavin S.r.l., con sede legale a Capizzi, avente per oggetto “l’attività d’impresa nel campo dell’edilizia”; • Impresa individuale Farinella Cataldo, con sede a Capizzi, avente per oggetto la “costruzione di edifici residenziali e non residenziali, costruzione di strade, autostrade, etcc…”, nonché da 12 automezzi, 7 beni immobili e varie disponibilità bancarie e postali.