Melito Porto Salvo (Reggio Calabria). Dalle prime ore di stamattina, è in corso da parte del Corpo Forestale dello Stato, in esecuzione di specifico Decreto emesso dall’Ufficio del G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, il sequestro preventivo sei autoveicoli, tra autocarri ed automobili, utilizzati da soggetti diversi che, nel tempo, avevano abbandonato in maniera indiscriminata rifiuti all’interno dell’alveo del Torrente Tabacco, in agro de territorio di Melito di Porto Salvo, provocando un evidente stato di inquinamento ambientale. Alle operazioni di sequestro e contestazione del reato agli indagati hanno partecipato venti unità afferenti al NIPAF ed a diversi Reparti territoriali operanti in provincia ed hanno visto il coinvolgimento di un elicottero NH500 del Nucleo Operativo Aeromobili del CFS di stanza a Lamezia Terme (CZ).
Le indagini sono state intraprese a seguito del puntuale controllo del territorio effettuato dal personale del locale Comando Stazione e di una specifica segnalazione pervenuta dalla Commissione Prefettizia che attualmente gestisce il Comune di Melito di Porto Salvo, di recente sciolto per condizionamenti delle consorterie mafiose, e sono state condotte di concerto tra il locale Reparto territoriale ed il NIPAF- Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Comando Provinciale di Reggio Calabria, sotto lo stretto coordinamento ed indirizzo del Sostituto Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Dott. Mauro Leo Tenaglia.
L’attività investigativa, le cui conclusioni sono state totalmente accolte con un proprio Decreto di sequestro preventivo dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, è stata realizzata dal Corpo Forestale dello Stato con l’impiego di telecamere, debitamente autorizzato dalla competente Autorità Giudiziaria, che rappresenta, inoltre, una significativa novità sul versante del contrasto a tale inquietante fenomeno.
Le telecamere opportunamente posizionate hanno puntualmente registrato e documentato l’abbandono incontrollato di rifiuti, anche pericolosi, sul greto del Torrente Tabacco da parte dei titolari di Ditte e di privati cittadini, come calcinacci e componenti elettroniche quali vecchi monitor per computer a tubo catodico. Tale controllo remoto ha portato all’individuazione di sette soggetti ritenuti responsabili di reiterate condotte illecite che dovranno rispondere di abbandono incontrollato di rifiuti e di attività di gestione illecita di rifiuti, ai sensi dell’art. 256 del Testo Unico Ambientale n. 152/2006, nonché di deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, ai sensi dell’art. 632 del Codice penale. Per il primo dei reati ipotizzati, gli indagati rischiano fino a due anni di reclusione ed ammenda fino a € 26.000, mentre per il secondo rischiano la reclusione fino a tre anni. Gli autoveicoli, inoltre, in caso di condanna saranno soggetti a confisca definitiva. I soggetti indagati risultano essere D.S. di anni 36, C.D. di anni 37, T.D. di anni 56, T.B. di anni 52, N.L. di anni 46, A.R. di anni 56 e R.G. di anni 40.
L’odierna operazione s’inquadra in una più complessiva attività di contrasto allo smaltimento illecito di rifiuti e al loro abbandono incontrollato sul territorio, anche con l’impiego di tecnologie avanzate, che gravissimi danni stanno determinando sia all’ambiente che alla salute umana, come i recenti fatti di cronaca hanno evidenziato sia per il territorio calabrese che per altre regioni italiane, come per la cosiddetta “Terra dei Fuochi” in Campania.
Il Comando Provinciale del Corpo Forestale di Reggio Calabria, con il pieno coinvolgimento del proprio del Nucleo Investigativo e dei Reparti Territoriali, è impegnato a prevenire e contrastare tale fenomeno, anche attraverso specifiche segnalazioni che quotidianamente pervengono alla Centrale Operativa attraverso il numero di emergenza ambientale “1515”.
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