Palermo. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, coordinati dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia (procuratore aggiunto Leonardo Agueci, procuratore aggiunto Bernardo Petralia, sostituti procuratori Calogero Ferrara, Antonino Di Matteo e Marzia Sabella), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 27 soggetti (5 sottoposti al regime della custodia cautelare in carcere e 22 a quello degli arresti domiciliari) emessa dal gip presso il Tribunale di Palermo Lorenzo Jannelli.
Oltre che dei reati fine di “riciclaggio, truffe, accesso abusivo a sistemi informatici o telematici e furti”, 15 degli arrestati dovranno rispondere anche del reato di “associazione per delinquere”.
Nello stesso contesto, si è proceduto al sequestro preventivo di 8 complessi aziendali, nella disponibilità di alcuni soggetti investigati, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro.
Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di una ben strutturata associazione per delinquere i cui appartenenti, ciascuno con specifiche competenze professionali (imprenditori, avvocati d’affari, bancari e banchieri esteri, cracker, consulenti finanziari e mediatori creditizi, consulenti aziendali, ragionieri e dottori commercialisti, immobiliaristi, periti assicurativi), si adoperavano in complesse operazioni finanziarie illecite.
L’ORIGINE DELLE INDAGINI.
Le indagini sviluppate costituiscono il proseguimento delle attività che, nel febbraio 2009, hanno condotto all’Operazione denominata convenzionalmente “Senza Frontiere”, con l’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 12 appartenenti a Cosa nostra. Le investigazioni avevano consentito di ricostruire le dinamiche operative della famiglia mafiosa di Villabate in un delicato periodo di transizione, quello successivo all’arresto di G.D.A., presunto successore di N.M. nella reggenza della consorteria.
L’analisi dei soggetti in contatto con gli ambienti mafiosi villabatesi ha fatto orientare le attenzioni investigative nei confronti di L.R., abile uomo d’affari risultato essere sempre secondo l’accusa a capo di una associazione per delinquere dedita alla commissione di reati contro il patrimonio e la pubblica fede.
I REATI CONTESTATI:
Le vicende criminose accertate nel corso delle indagini, costituenti reati-fine del sodalizio, possono schematizzarsi:
- nel tentativo di sottrazione di ingenti somme di denaro attraverso l’accesso abusivo al sistema informatico e telematico del Gruppo Monte dei Paschi di Siena, previo furto da una filiale MPS di Palermo di documentazione cartacea ed informatica da utilizzare per la commissione del reato;
- nel tentativo di riciclaggio di ingenti somme in valuta estera;
- nel tentativo di truffa posto in essere attraverso la realizzazione di false polizze fideiussorie, previo furto da una filiale MPS di Palermo della relativa documentazione e modulistica;
- nelle truffe commesse in danno di società finanziarie e dell’INPS, attraverso fittizie “cessioni del quinto dello stipendio” e indebite riscossioni di “indennità di disoccupazione”;
- nella rapina di quasi due miliardi di lire consumata il 2 maggio 1995 a Messina, in danno di una filiale del Monte dei Paschi di Siena.
a) Il tentativo di sottrazione di ingenti fondi da conti correnti del Monte dei Paschi di Siena.
Nel marzo 2010, emergeva che L.R., stava pianificando, unitamente ad altri soggetti, una fraudolenta sottrazione, per quaranta milioni di euro, da conti (denominati rispettivamente “Cassa previdenza nazionale dipendenti MPS” e “Fondo pensione complementare dipendenti MPS”) esistenti presso la sede centrale del Monte dei Paschi di Siena. Il denaro, una volta sottratto, sarebbe stato trasferito in un conto corrente della “Falcon Bank” di Zurigo e da lì, tramite successive operazioni “estero su estero”, in paradisi fiscali oltreoceano.
Quanto rappresentato trova chiaro riscontro in una conversazione intercorsa fra due persone: “Interlocutore 1: …. ci vogliono almeno due passaggi, perché tra il secondo e il terzo si mette la chiave di chiusura… deve fare un giro dall’altra parte dell’oceano, verso il sud dell’oceano, deve girare le acque per poi rientrare di nuovo eventualmente in una filiale. Interlocutore 2: … questo è il fondo di una cassa mutua interna dei 32 mila dipendenti (MPS ndr), quindi c’è questo fondo di 40 milioni …”.
L’operazione, ideata da A.F. (residente in Gran Bretagna), si sarebbe dovuta concretizzare grazie alla compartecipazione di:
- un impiegato infedele di una filiale del Monte dei Paschi di Siena di Palermo;
- abili cracker;
- spregiudicati banchieri e mediatori finanziari.
In particolare, F.S., dapprima avrebbe sottratto documentazione riservata (manuali operativi e codici di identificazione di alti dirigenti della banca) da una agenzia del Monte dei Paschi di Siena di Palermo e, successivamente, avrebbe consentito ad uno dei cracker dell’organizzazione, di accedere clandestinamente ai locali della filiale allo scopo di creare, attraverso l’utilizzo di una smart key, un collegamento telematico con l’esterno.
Sulla base degli elementi raccolti, i Carabinieri del Nucleo Investigativo, d’intesa con la Procura della Repubblica di Palermo, al fine di evitare che il delitto fosse consumato, hanno allertato la direzione generale del Monte dei Paschi di Siena del concreto rischio che i sistemi di sicurezza informatica della banca potessero essere violati. In tal modo si è consentito all’istituto di credito di attivare le necessarie difese informatiche al fine di impedire che gli attacchi telematici potessero avere successo.
b) I tentativi di riciclare ingenti quantitativi di valuta estera di provenienza illecita.
Dalle indagini è emerso che un imprenditore edile di Castelvetrano (TP), sarebbe stato in possesso di un ingente quantitativo di valuta estera, marchi tedeschi e dollari americani, giacente in un istituto di credito svizzero.
L’uomo, collaborato da un avvocato, anche lui di Castelvetrano, da L.R. e D.D., sempre secondo l’accusa avrebbero tentato di immettere fraudolentemente sul mercato valuta estera fuori corso (1 milione e mezzo di marchi) e certificati di deposito in dollari americani (8 milioni) attraverso la loro vendita ad un prezzo inferiore rispetto al valore di cambio. Nell’operazione avrebbero svolto un ruolo determinante tre mediatori finanziari.
Le indagini hanno permesso di documentare, a San Marino, a Montecatini Terme e a Bologna, importanti incontri tra gli indagati, nonché di recuperare le fotografie delle banconote a riprova della loro effettiva disponibilità.
La conferma della effettiva disponibilità della valuta estera e del disegno criminoso si acquisisce anche da un inequivocabile intercorso tra L.R. e G.P.: “Interlocutore1: … allora, siamo rimasti in questo modo, va bene puoi prendere il Corriere della Sera, un giornale di oggi …. l’importante è che tu metti nome e cognome a stampatello, poi metti una bella firma sopra e qualche mazzetta che si vede sia la data che le mazzette sopra …. il giornale col numero di serie e domani ovviamente il giornale te lo riporti tu, me lo porti qua quando ci vediamo, va bene? Interlocutore2: logico è normale, va bene ok! Interlocutore1: mi raccomando, Giovanni, quando fai la foto, che le mazzette sopra … che si veda bene … anche se ne fai diverse, l’importante è che tu poi dici si vede tutto bene: data, quello che ho scritto e tutto quanto, va bene?”.
c) Il tentativo di truffa posto in essere attraverso la realizzazione di false polizze fideiussorie, previo furto da una filiale MPS di Palermo della relativa documentazione e modulistica.
Le indagini hanno consentito anche di accertare che l’associazione per delinquere avrebbe posto in essere un articolato sistema finalizzato a creare fideiussioni bancarie false da utilizzare in operazioni fraudolente. Anche in questo caso, hanno giocato un ruolo determinante soggetti con specifiche professionalità quali impiegati di banca, imprenditori, liberi professionisti e esperti finanzieri, ciascuno con specifici compiti finalizzati alla commissione delle truffe e alla successiva spartizione degli illeciti profitti.
L’affare più remunerativo avrebbe dovuto riguardare ancora una volta il Monte dei Paschi di Siena da cui il presunto infedele dipendente F.S. avrebbe trafugato dei moduli per la stipula di polizze fideiussorie.
In concreto, il gruppo criminale, attraverso false garanzie fideiussorie e avvalendosi di una società, avrebbe effettuato un grosso ordinativo di merce che sarebbe stata rivenduta subito dopo la consegna e mai pagata al fornitore perché, intanto, la società debitrice sarebbe fallita.
Emblematica al riguardo la seguente intercettazione: “a livello societario si possono creare tante cose! …Diciamo che attualmente ho per le mani … che gestisco … che mi stanno lavorando a pieno regime, sono 12 società ma ho 22 società messe in lista che … ormai .. diciamo che è una catena di montaggio perché io ogni anno ne programmo due o tre che SI INCENERISCONO (ndr. falliscono) … ormai le ho messe tutte a pieno regime, diciamo. …. Perché la cosa ANOMALA DI QUESTE SOCIETA’ E’ CHE IO NON SPUNTO DA NESSUNA PARTE!!! … Io .. ho fatto, in questi anni, come .. ho fatto sempre cose piccole .. INDOLORE … potrei fare molto di più però oggi quello che manca è il TEAM!! La collaborazione di persone .. che quando parliamo di un progetto, hanno già un progetto … sappiamo se si può fare o meno….”.
d. Le truffe commesse attraverso fittizie “cessioni del quinto dello stipendio” e indebite riscossioni di “indennità di disoccupazione”.
Dalle indagini è emerso che il gruppo criminale era impegnato anche in operazioni illecite attraverso il meccanismo delle cosiddette “cessioni del quinto dello stipendio”. La truffa prendeva le mosse dall’individuazione di soggetti disoccupati da almeno due anni (e ciò al fine di lucrare anche i vantaggi fiscali connessi) che, dopo essere stati assunti in una delle società di fatto riconducibili al Fontana, facevano richiesta di prestito personale a società finanziarie, con l’impegno di restituzione in rate da trattenere dalla busta paga.
Il danaro ottenuto in prestito, quantificabile per ciascuna operazione in circa 11.000 euro, veniva spartito fra il sodalizio e i lavoratori, ma non veniva mai restituito in quanto il dipendente veniva licenziato e la società datrice di lavoro dichiarata fallita. Il licenziamento prima del fallimento consentiva anche di lucrare, in danno dell’Inps, l’indennità di disoccupazione quantificabile in circa 9.000 euro per ciascun lavoratore.
e. La ricostruzione della rapina miliardaria, avvenuta nel 1995, in danno di una filiale messinese del gruppo MPS.
Le indagini hanno permesso di accertare la partecipazione di F.S. alla commissione di una rapina miliardaria messa a segno, il 2 maggio del 1995, ai danni di una filiale del Monte dei Paschi di Siena di Messina. In quell’occasione, l’uomo, dipendente di quell’agenzia, fu indagato, ma la sua posizione processuale presto archiviata. Con le recenti indagini sono stati acquisiti inconfutabili elementi di reità a suo carico in ordine al reato, commesso, a suo dire, da appartenenti a cosa nostra palermitana per conto dei quali avrebbe svolto il ruolo di “basista”.
LE SOCIETÀ SEQUESTRATE.
Dalle indagini è emerso chiaramente che E.F., formalmente titolare della sola ditta s.r.l., di fatto gestiva una rete fittissima di aziende,intestate a prestanome e operanti in svariati settori economici, delle quali aveva già programmato il fallimento. Quindi, si è proceduto al sequestro penale delle società riconducibili ad egli:
- una società a responsabilità limitata con sede legale a Milano e sedi secondarie a Palermo (PA), Marsala (TP) e Aversa (CE), operante nel settore del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi freschi;
- una società cooperativa con sede legale e operativa a Partinico (PA), operante nel settore dei servizi;
- una società a responsabilità limitata con sede legale e operativa a Caltanissetta (CL), operante nel settore della lavorazione e conservazione di frutta e di ortaggi;
- una società cooperativa agricola con sedi legali e operative a Calatafimi Segesta (TP) e Castel Volturno (CE), operante nel settore del noleggio di macchine e attrezzature agricole;
- una società cooperativa agricola con sede legale e operativa a Vittoria (RG), operante nel settore del commercio all’ingrosso di fertilizzanti;
- una società a responsabilità limitata con sede legale e operativa a Palermo, operante nel settore del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi freschi.
Inoltre, sono state sottoposte a sequestro preventivo:
- una società con sede legale e operativa a Palermo, operante nel settore delle assicurazioni e della consulenza per le imprese, di L.R.;
- una società a responsabilità limitata di Villabate, a cui fa capo l’agenzia di Villabate, direttamente riconducibile a G.A.M.
ELENCO DEGLI ARRESTATI IN CARCERE
- L.R., nato a Palermo 49enne, consulente finanziario per le imprese;
- D.D., nato a Palermo 49enne, perito assicurativo;
- E.F., nato a Corleone (PA) 42enne, imprenditore;
- F.S., nato a Palermo 55enne, bancario;
ELENCO DEGLI ARRESTATI AI DOMICILIARI
- G.S., nato a Palermo 52enne, disoccupato;
- C.M., nato a Palermo 70enne, consulente finanziario;
- F.S., nato a Palermo 45enne, in atto detenuto, mediatore immobiliare;
- N.D.A., nato a Bagheria 52enne, titolare di agenzie immobiliari;
- A.A., nato a Castelvetrano 48enne, avvocato;
- F.I., nato a Custonaci (TP) 54enne, Ispettore della Polizia di Stato in pensione;
- G.A.M., nato a Palermo 33enne, consulente assicurativo;
- G.B., nato a Marsala 66enne, consulente del lavoro;
- G.S., nato a Palermo 53enne;
- A.A., nato a Palermo 38enne, in atto detenuto;
- G.B., nato a Palermo 49enne, commerciante;
- F.S., nato a Capaci (PA) 45enne, cracker, programmatore informatico;
- A.A., nato a Marsala 50enne, imprenditore;
- P.P., nato a Pordenone 48enne, consulente finanziario;
- R.D.P., nato negli USA 65enne, in atto detenuto, banchiere svizzero;
- N.S., nato a Viareggio (LU) 47enne, imprenditore;
- G.P., nato a Castelvetrano 41enne, imprenditore edile;
- E.S., nato a Torino 49enne, imprenditore;
- G.Z., nato a Vigevano (PV) 57enne, imprenditore;
- A.F., nato a Palermo 44enne, consulente finanziario;
- F.S., nato a Marsala il 47enne, commerciante;
- M.L., nato a Marsala 57enne, commerciante.