Reggio Calabria. Ieri mattina, presso l’Aula Versace del Centro Direzionale di Reggio Calabria, nell’ambito del progetto educativo riguardante la legalità economica – giunto alla seconda edizione – si è svolto un incontro tra gli esponenti della Guardia di Finanza locale e i ragazzi delle scuole superiori di Reggio Calabria. L’intento è di far maturare la consapevolezza del valore della legalità economica, con particolare riferimento alla prevenzione dell’evasione fiscale e dello sperpero di risorse pubbliche, delle falsificazioni, della contraffazione, nonché dell’uso e dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Oltre ai rappresentati delle Fiamme Gialle, nella persona del Colonnello Alessandro Barbera e del Generale Gianluigi Miglioli, erano presenti anche il Procuratore Federico Cafiero De Raho e il Presidente del Tribunale di Reggio Calabria Luciano Gerardis. Il Colonnello Alessandro Barbera sottolinea l’importanza di questo progetto, rivolto soprattutto alla sensibilizzazione alla legalità in generale e nello specifico a quella economica. L’obiettivo è quello di incrementare la consapevolezza di essere dei cittadini della Repubblica con dei diritti, ma anche con dei doveri.
Interviene poi Gerardis: “Questa, è una città difficile, legata alla presenza della criminalità organizzata. Ha tanti problemi di micro e di macro illegalità, ma accanto a questi ha anche problemi di comunicazione, di dialogo, di dibattito. Eventi come questo, dove si comunica e si informa, sono appuntamenti importanti. Nel quotidiano non sempre si parla di legalità economica, questa riguarda sia la tutela dell’interesse pubblico, sia dell’interesse individuale dei cittadini perbene. L’infiltrazione della ‘ndrangheta infatti altera la libera concorrenza e il libero mercato. L’impresa ‘ndranghetista altera la concorrenza libera delle imprese legali perchè è finalizzata all’illecito arricchimento, al lucro illegale. Siamo i secondi in Italia – prosegue – per sequestri e confische di patrimoni illeciti, con circa 2 miliardi e mezzo di euro.
Quando si parla di evasione fiscale e di contraffazione è un problema che riguarda tutti noi. Se il carico tributario ricade su pochi soggetti, questi verranno attanagliati dalle tasse, se invece ognuno fa il suo dovere di cittadino, attraverso il pagamento dei tributi, è palese che questo carico verrà distribuito tra tutti”. E per concludere un monito ai numerosi ragazzi presenti in sala: “Voi siete artefici del vostro futuro, voi dovete costruire un mondo di legalità perchè questo vi servirà per quello che farete nel vostro percorso di vita”.
La parola poi passa al Procuratore De Raho: “La scuola vi insegna tante materie. Voi, attraverso quelle materie non dovete solo comprendere quanto è avvenuto nella storia, nella poesia, nella matematica, ma dovete andare a cercare, e capire, quello che c’è dietro. L’inno di Mameli è un esempio. Infatti, se si ascolta solo la musica, questa può sembrare ripetitiva, quasi noiosa per quelli della vostra età, però c’è qualcosa dietro, ci sono delle emozioni, dei sentimenti di persone che hanno creduto e combattuto per un ideale. Nella scuola dovete prepararvi alla vita, capire quali sono questi ideali. Nella vita vi scontrerete anche con dei soprusi e dovete iniziare ad esercitarvi oggi, dovete reagire ai soprusi e non dovete subire pressioni di nessuno tipo. Questo perchè l’uomo è sinonimo di libertà. L’uomo ha, come proprio diritto, il diritto alla libertà, significa poter scegliere cosa voler fare, muoversi senza essere condizionati. Dovete reagire a questo stato di cose dettato dalla criminalità, fatto di soprusi, pressioni e angherie. Ricordiamo i simboli di questa libertà. Sono morti in tanti, non solo magistrati, non solo membri delle forze dell’ordine ma anche imprenditori e studenti”.
“Noi siamo qui perché speriamo che qui qualcosa possa cambiare, che possa avvenire quello che è successo altrove. Qualcosa è cambiato altrove, la Sicilia si trova 20 anni avanti rispetto alla Calabria, la Campania invece si trova 30 anni avanti. Reggio Calabria mi ricorda Casal di Principe di 20 anni fa. Niente è perduto, è dalla vostra età che si comincia, tra di voi ci sarà il prossimo sindaco della città, voi avete un compito importante perchè siete voi il rinnovamento. Voi e noi riusciremo a cambiare questa realtà riportandola al suo splendore diei tempi passati”.
Il Generale Gianluigi Miglioli pone invece l’accento sulla convinzione, chiamando in causa la scuola e tutte le persone che credono al cambiamento: “Se la Scuola, o lo Stato, riescono a convincervi senza dare ordini riusciremo a fare qualcosa di buono. Io sono lombardo e vivo al confine con l’Austria, lì la Calabria la chiamano “Kalabrien”. Non ho dovuto fare a pugni per venire qui, ma sono convinto della scelta che ho fatto perchè ammiro il popolo calabrese. Qui c’è gente che rischia, che si espone, che resiste nonostante tutto. Qui c’è bisogno dei diversi, di gente che esca dal seminato, bisogna povarci sempre ed entrare in un circolo virtuoso”.
C’è spazio anche per qualche racconto molto significativo, come quello famoso dell’asino, del vecchio e del bambino alla fine del quale però viene fatta un’aggiunta altrettanto significativa: “Chi è fuori dalla legalità è come il vecchio che cammina con l’asino sulle spalle, è ridicolo. Non uscite dalle norme, si sta meglio”.
Per concludere poi, il Gen. Miglioli, racconta di un libro, lasciato in ufficio dal suo predecessore, in cui in ogni riga c’è scritto: Un calabrese è morto nella prima guerra mondiale. “Sono in totale 20.000 i calabresi morti nella Prima Guerra Mondiale – aggiunge – e sono degli eroi, perchè hanno combattuto per la patria, in luoghi che a molti di loro erano sconosciuti fino a prima del conflitto”.
Alcuni passi della prefazione vengono letti dal Gen. Miglioli, che, attuali come non mai, recitano così:
“La Calabria, come l’albo testimonia, ha offerto alla Patria i suoi giovani migliori, pagando un altissimo tributo di sangue. I figli di quei ragazzi morti in guerra hanno continuato ad onorare la propria terra concorrendo con il loro duro lavoro e con il sacrificio, proprio e della propria famiglia a fare del nostro, un grade paese più libero e democratico. Grazie a loro e ai tanti nostri corregionali di buona volontà costretti spesso ad emigrare in cerca di lavoro nelle grandi fabbriche del nord e nelle miniere di paesi lontani.
La Calabria non può fermarsi adesso, anzi occorre procedere ancora più speditamente sulla via del cambiamento. Questo ci consentirà di risalire faticosamente la china e di ribadire con forza, attraverso fatti concreti, che nella nostra regione non tutto è malcostume, illegalità e malaffare. In calabria infatti in tanti si misurano ogni giorno nel tentativo di trovare la via giusta che porti, nel rispetto delle regole, al rilancio e alla crescita economica e sociale. Tanti operano i questa direzione senza sosta e senza timori. E di tutto questo il paese è chiamato a prendere rapidamente atto. Per queste ragioni allora il ricordo e la memoria dei nostri caduti non possono non intrecciarsi con una più forte consapevolezza di sè e della comunità regionale. E con un rinnovato senso di responsabilità delle classi dirigenti nell’affrontare le difficili sfide che ci attendono. Questa è, in buona sostanza, la ragione stessa della decisione di realizzare un’opera sì valida che intendiamo consegnare ai cittadini di ogni provincia calabrese perché chiunque lo voglia vi si possa riconoscere riscoprendo il valore di quelle gesta eroiche e l’orgoglio di sentirsi calabresi e cittadini italiani fino in fondo”.
Gianluca Chininea