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Home Reggio Calabria Cronaca

I dettagli sulla confisca della Dia da 11 milioni di euro a Santo Crucitti

by newz
27 Febbraio 2014
in Cronaca, Primo Piano
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Reggio Calabria. La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria – a seguito di una proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dal Procuratore Distrettuale di Reggio Calabria – ha dato esecuzione ad un decreto di confisca beni emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Sez. Mis. Prev., nei confronti dell’imprenditore edile Santo Crucitti, 51enne nativo di Reggio Calabria ed in atto sottoposto a misura detentiva.
Crucitti risulta indiziato di appartenenza, con il ruolo di capo, all’omonima cosca operante nel territorio di Condera–Pietrastorta di Reggio Calabria. Con decreto del Tribunale di Reggio Calabria del 05.11.1997 è già stato sottoposto a due anni di sorveglianza speciale in quanto ritenuto soggetto che, attraverso sistematiche turbative di gare d’appalto, vivesse abitualmente dei proventi di attività delittuosa.
Successivamente, le risultanze investigative dei procedimenti penali rispettivamente denominati “Pietrastorta” e “Raccordo” hanno ulteriormente confermato la sua figura apicale nell’ambito della consorteria di appartenenza.
Nell’ambito del primo procedimento Crucitti, dopo essere stato raggiunto da una ordinanza restrittiva del gip di Reggio Calabria del dicembre 2005, all’esito del giudizio abbreviato è stato condannato in prima istanza dal gup di Reggio Calabria, in data 08.02.2010, alla pena di 6 anni ed 8 mesi di reclusione per il reato di associazione mafiosa, pena rideterminata a 5 anni e 4 mesi di reclusione in sede di giudizio di Appello in data 18 luglio 2013.
Nel secondo procedimento è stato raggiunto dal decreto di fermo della locale Procura della Repubblica dell’8.04.2011 e poi dall’ordinanza di custodia cautelare del gip di Reggio Calabria del 13.04.2011 (confermata dal Tribunale della Libertà il 09.06.2011) per i reati di associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver agito con metodo mafioso. Successivamente Crucitti è stato colpito da una ennesima ordinanza custodiale emessa dal gip di Reggio Calabria nel novembre 2011 nell’ambito dell’operazione “Sistema” per i reati di bancarotta in relazione alla società “Planet Food srl” e fittizia intestazione (reati entrambi aggravati da metodo mafioso) da parte del nipote Antonio Gennaro Crucitti in merito alle quote sociali in capo alle società “Epi srl” nonché alla “Fitland” società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata ed alla impresa individuale di Antonino Gennaro Crucitti. Le indagini dimostravano infatti che tutte queste società erano riconducibili in tutto o in parte a Santo Crucitti.
Sul versante patrimoniale, a seguito di una articolata attività di indagine – condotta dal Procuratore Distrettuale di Reggio Calabria, sulla scorta di laboriosi e complessi accertamenti delegati al Centro Operativo D.I.A. di Reggio Calabria – è stata formulata una esaustiva proposta di misura di prevenzione personale e patrimoniale, che il Tribunale Reggio Calabria – Sez. Mis. di Prev.- aveva già recepito emettendo, ai sensi della normativa antimafia – di recente novellata e compendiata nel Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione del settembre 2011, il relativo provvedimento di sequestro nel febbraio 2012.
Con l’odierno provvedimento di confisca, in particolare è stata accertata in capo all’imprenditore ed ai familiari e conviventi, l’assenza di risorse lecite idonee a giustificare investimenti di grossa entità e rilevata, nel contempo, una cospicua e generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto. Inoltre l’autorità giudiziaria ha sottolineato come l’impresa Epi srl operante nel settore edilizio: “sembra essere esercitata da Santo Crucitti con metodo mafioso: essa appare lo strumento imprenditoriale attraverso il quale la cosca controlla il territorio e si accaparra profitti che altrimenti non avrebbe e le attività che intende acquisire”.
Gli accertamenti hanno altresì consentito di acclarare come anche la “Fitland società sportiva dilettantistica a r.l.” ubicata nella centralissima via Bruno Buozzi preposta alla gestione del più moderno ed attrezzato “centro fitness polifunzionale” della città di Reggio Calabria ( con una superficie di oltre 1300 metri quadri adibiti a palestra, piscina ed un centro trattamento estetico dotato delle più avanzate attrezzature) e la ditta individuale Antonino Gennaro Crucitti, sia pur formalmente nella titolarità di altre persone, rientrassero nella disponibilità del proposto.

Questi in dettaglio i beni sottoposti a confisca:

  • Capitale sociale ed intero patrimonio aziendale della “EPI S.r.l.”, (“lavori generali costruz. edifici e lavori ingegneria civile”), con sede in Reggio Calabria;
  • quota di capitale di proprietà di Antonino Gennaro Crucitti e corrispondente parte del patrimonio aziendale (70%) della “Fitland Società Sportiva Dilettantistica a r.l.”, con sede in Reggio Calabria alla via Bruno Buozzi ;
  • intero patrimonio aziendale dell’impresa individuale Crucitti Antonino Gennaro, operante nel settore edilizio, con sede in Reggio Calabria ;
  • immobile ad uso abitativo sito in Reggio Calabria, località Pietrastorta, della superficie di circa 180 mq.; immobile (fabbricati e locali per esercizi sportivi con fini di lucro) sito in Reggio Calabria alla via Buozzi; immobile (magazzini autorimessa) sito in Reggio Calabria alla via B. Buozzi snc;
  • conti correnti delle società sottoposte a confisca.

Il valore dei beni sottoposti a sequestro è di circa 11 milioni di euro.


Tags: antonio gennaro crucitticonfiscacosca crucittidiaDirezione investigativa antimafiafitlandfitland società sportiva dilettantisticaoperazione pietrastortaoperazione raccordooperazione sistemaPalestra Fitlandplanet food srlreggio calabriasanto crucitti
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