Reggio Calabria. Con 53 conferme (tra condanne e assoluzioni), 49 pene rideterminate e solo 11 nuove assoluzioni si è concluso il maxi troncone d’appello del processo Crimine, scaturito dalle sentenze di primo grado comminate dal gup di Reggio Calabria nei confronti di 119 imputati, arrestati nella maxi operazione dei Carabinieri, che ha svelato la natura unitaria della ‘ndrangheta. Il Tribunale di Reggio Calabria, presidente Rosalia Gaeta, ha sostanzialmente confermato anche in appello il poderoso impianto accusatorio della Procura distrettuale di Reggio Calabria, che proprio grazie alle indagini dei Carabinieri aveva puntato molto sulla natura verticistica e unitaria della ‘ndrangheta, così come era apparso per la prima volta nell’operazione Crimine, una delle indagini più vaste dell’ultimo decennio.
Ogni volta che il presidente ha scandito la parola “conferma”, e lo ha fatto ben 53 volte, è stata una sorta di “conferma” incassata anche dai due rappresentanti della pubblica accusa in aula, i giovani e brillanti sostituti procuratori Antonio De Bernardo e Giovanni Musarò, e il meno giovane pg Scuderi, che hanno visto quindi sancito anche dal Tribunale in appello il teorema investigativo sull’unitarietà della ‘ndrangheta, già confermato anche nella recente sentenza Minotauro, a Torino.
Di seguito le decisioni del collegio d’appello nei confronti dei 119 imputati: ELENCO RIMOSSO PER OBLIO