Di seguito la lettera redatta da Giuseppe Musarella, Ethos, e indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi:
Stimato signor Presidente,
iniziando a leggere queste poche righe, nella speranza che ciò avvenga, potrebbe pensare alla lettera di un povero visionario, uno dei tanti che vuole avere visibilità e sponsorizzare la propria causa. Ma le chiedo cortesemente di continuare a leggere. Reggio Calabria può fornire al proprio territorio ed al resto della Nazione: energia fotovoltaica – energia eolica e micro-eolica – energia biotermica – energia marina – seta – bergamotto – clementine – arance c.d. marzole – oro rosso – olio – vino – Suino Nero di Calabria, ma anche i Bronzi di Riace, la Testa del Filosofo, l’intero Museo della Magna Grecia, il Castello Aragonese ed i resti greci e romani al termine del chilometro per me più bello del mondo, il Lungomare Falcomatà, ecc., ecc., ecc. Il tutto (e molto altro ancora) incastonato tra lo Stretto di Messina, l’Etna e l’Aspromonte, ad un tiro di schioppo da Taormina, dalle Isole Eolie e da Catania. Nel perfetto cuore geografico del Mediterraneo, a pochi metri dall’Aeroporto dello Stretto ed a qualche chilometro dal Porto di Gioia Tauro. In sostanza, sig. Presidente, Reggio Calabria potrebbe essere non soltanto autosufficiente, ma potrebbe collaborare alla ripresa ed alla crescita sociale, culturale ed economica dell’Italia. Potrebbe addirittura offrire lavoro, vista l’enormità delle risorse disponibili e l’esiguità della popolazione residente. Non è una battuta, né tantomeno una follia. È un obiettivo. Uno solo è l’ostacolo che si frappone a questo obiettivo, la cui complessità e pervasività impone impegni diversificati e responsabilità diverse: il crimine organizzato. La violenza armata della ndrangheta, gli omicidi e gli attentati scellerati, sono le dimostrazioni più violente e volutamente eclatanti di una vasta e ramificata organizzazione di sanguinosi criminali, i cui vertici si avvalgono, in alcuni casi, della silente collaborazione di amministratori pubblici di qualsiasi livello, ove non siano essi stessi amministratori pubblici di alto livello, in altri casi. Compito della brava gente, quella onesta e di buona e volontà, è quello di creare valide ed utili alternative sociali e culturali a queste schifezze; compito delle Istituzioni e quello di contrastare fisicamente questi criminali, sia che essi usino le bombe e la lupara, oppure i microfoni ed i giornali. Ciò che le chiedo, sig. Presidente, è di combattere realmente la ndrangheta, sia essa militare che burocratica, inviando subito più Magistrati, più Poliziotti, più Carabinieri, più Finanzieri, più Militari, più mezzi a Reggio ed aprendo più carceri di massima sicurezza ove rinchiudere, isolare e rendere inoffensive “le teste”. Non si lasci convincere, sig. Presidente, dai tanti, troppi, vetusti burocrati che da sempre dicono che la ndrangheta si combatte principalmente con la cultura e l’educazione. Questi sono strumenti di crescita insostituibili, ovvi ed ordinari per qualsiasi collettività, anche per quella reggina; ma la straordinaria violenza, la straordinaria crudeltà e la straordinaria corruzione che la ndrangheta genera e di cui si avvale, impone scelte e strumenti straordinari, pur sempre leciti e legittimi, ma comunque non ordinari. Indagini, arresti, processi, condanne, ergastoli, confische, interdizioni, incandidabilità, sono ciò che serve in questo momento a Reggio nella lotta alla ndrangheta, non soltanto per ovvie ragioni di giustizia o come dimostrazione della presenza dello Stato, ma soprattutto come fonte di una ritrovata fiducia nei confronti di quell’organizzazione statale che altrimenti non avrebbe senso che continuasse ad esistere.
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