Brancaleone. Ritardi nei lavori di recupero e risanamento del campo nomadi

Brancaleone (Reggio Calabria). Quanto tempo ci vuole ancora affinché i lavori di recupero e risanamento urbano dell’ex campo nomadi, in località Pantano Piccolo di Brancaleone, siano portati a compimento? Sono in molti i cittadini a porsi questa domanda dal momento in cui i lavori sono fermi da alcuni mesi senza conoscere quali sono i veri problemi. Eppure, dopo la messa in funzione dell’illuminazione, un’illuminazione veramente al passo coi tempi, manca solo la bitumazione del tracciato della strada ed altri piccoli accorgimenti per rendere la zona accessibile a tutti i livelli. La strada, una volta resa agibile, potrebbe essere una valvola di sfogo per collegare il centro urbano con le frazioni Razzà, Paese Nuovo ed il Lungomare, fiore all’occhiello della cittadina jonica reggina.. Come si ricorderà, il progetto definitivo ed esecutivo era stato redatto dall’Ing. Vincenzo Freno di Brancaleone. Il contributo di 500.000 euro per la realizzazione dell’opera era stato concesso dal Ministero dell’Interno con i fondi per la realizzazione di iniziative urgenti per il potenziamento della sicurezza urbana e la tutela dell’ordine pubblico. L’ex accampamento nomadi situato sul greto del torrente Pantano Piccolo era stato fatto smantellare dall’allora Commissario Straordinario dell’Ente, dottoressa Francesca Crea, in seguito all’assegnazione alla comunità rom degli alloggi popolari costruiti dall’Aterp. La zona, situata nel cuore propulsivo del centro urbano, versava in uno stato di degrado indescrivibile sia dal punto di vista sanitario che ambientale. Di conseguenza è sorta la necessità di bonificare il sito con la realizzazione di opere strutturali allo scopo di renderlo fruibile per fini istituzionali che l’Amministrazione Comunale intenderà programmare. Per questi motivi, il tecnico progettista, con una dettagliata relazione allegata allo strumento urbanistico, ha indicato quali erano le priorità ed i lavori da eseguire per restituire alla comunità un luogo che nel corso degli anni era diventato una “culla di inciviltà” per i numerosi fenomeni negativi che si sono susseguiti nel tempo(epidemia di epatite virale, esondazione del torrente sul greto del quale erano accampati i rom stessi, discariche a cielo aperto, grossi topi che circolavano indisturbati all’interno dell’accampamento, motivi di ordine pubblico, ecc.). “Il progetto proposto – scriveva l’Ing. Freno – prevede la riqualificazione urbana di tale area mediante la realizzazione di una strada che collegherà il Lungomare cittadino alla Via Ettaro ed al nuovo stadio comunale. L’area oggetto di intervento, seppure periferica, si trova al centro di un complesso sistema di relazioni urbane. Essa si trova ora quasi a ridosso del centro abitato, e ad esso connessa da un’importante arteria stradale che lambisce il lato ovest, collegandola sia al centro cittadino che alla frazione Pese Nuovo e Razzà. Con le opere previste in progetto si è cercato di soddisfare le esigenze dei cittadini dando, così, risposte ai programmi dell’Amministrazione Comunale”. L’augurio dei cittadini è quello di vedere realizzata un’opera che sicuramente restituirà alla città un sito che ha sempre rappresentato il classico pugno allo stomaco di un paese che intende proporsi in termini di efficacia, efficienza ed operosità.

Agostino Belcastro

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