Reggio Calabria. Il Forum Provinciale del Terzo Settore di Reggio Calabria e l’Associazione Libera esprimono il proprio dissenso, comunicando parere contrario, all’approvazione del Contratto Locale di Sicurezza per la Provincia di Reggio Calabria. Tale decisione scaturisce dalla valutazione complessiva sull’iter di progettazione che, coordinato dalla Provincia di Reggio Calabria, ci porta oggi a scontrarci con l’amara constatazione che non vi è stato a livello locale alcun reale processo di partecipazione e concertazione. L’obiettivo dei Contratti Locali di Sicurezza è quello di “garantire migliori condizioni di sicurezza a cittadini e imprese contribuendo alla riqualificazione dei contesti caratterizzati da maggiore pervasività e rilevanza dei fenomeni criminali”. A tal fine il CLS deve essere uno strumento concertato tra i diversi attori istituzionali e sociali favorendo sempre la risposta a bisogni collettivi. In violazione a tali principi di base rileviamo che, nonostante i continui solleciti, è stata negata ogni possibilità di confronto sia nel merito dei contenuti sia nel metodo per la definizione dei progetti integrati. Dissentiamo dall’idea per cui le Amministrazioni comunali credono di “bastare a se stesse”, ritenendosi gli unici soggetti titolati a decidere le politiche di sviluppo per i territori. Rileviamo infatti che il criterio utilizzato è stato quello di effettuare tagli o incrementi solo in ragione dell’interesse particolare dei singoli comuni e sulla spinta dell’autoconservazione della propria parte. Nonostante gli indirizzi forniti in avvio dalla Provincia, in qualità di capofila, di evitare ogni forma di parcellizzazione del budget disponibile ma piuttosto operare guardando in primis ai bisogni collettivi, il CLS di Reggio Calabria si presenta di fatto come una ridistribuzione di risorse ai singoli comuni. Nessun orientamento di sistema, nessuna progettazione integrata. Inaccettabile poi la scelta di mettere in discussione, operando anche in questo caso tagli, il cd. parco progetti sui beni confiscati, già inserito su un fondo riserva previsto dalla Regione Calabria. Senza nessuna possibilità di discuterne e/o di confrontarsi. Un’operazione che riteniamo assurda. I CLS infatti rappresentano uno dei pochi strumenti capaci di rendere immediatamente disponibili risorse per la valorizzazione e gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Dunque parlare da un lato di legalità e sicurezza e di contro operare tali scelte che minano le fondamenta di un valore che, a distanza di 18 anni dall’approvazione della Legge 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati, credevamo ormai acquisito, oltre che chiaramente incoerente, ci lascia contrariati. Ma lo riteniamo anche strategicamente inopportuno: si rinuncia nei fatti, vista la riserva, agli unici progetti su cui vi è la quasi certezza di approvazione. Riconosciamo senza alcun dubbio l’impegno profuso dalla Provincia e dagli uffici competenti per agevolare la convocazione di incontri finalizzati alla concertazione tra le parti. Una risposta positiva è certamente arrivata dall’Area Grecanica e dal comune capofila di Melito Porto Salvo che sin dall’avvio del processo ha ritenuto doveroso, oltre che utile, confrontarsi con le parti sociali. Positivo, anche se in maniera tardiva, segnaliamo il tentativo di coinvolgimento del comune di Reggio Calabria. Ma in sintesi è evidente che i buoni propositi di pochi non sono andati a buon fine, generando in conclusione interventi del tutto incompatibili con lo spirito, i criteri, gli indirizzi e gli obiettivi dei CLS. In assenza di nuovi e diversi orientamenti, il FORUM provinciale del Terzo Settore e l’associazione LIBERA – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie Libera, esprimono il proprio fermo dissenso al processo di concertazione adottato e valutano negativamente il Contratto Locale di Sicurezza provinciale nel suo complesso.
Luciano Squillaci
Portavoce del Forum del Terzo Settore
Francesco Spanò
Referente di Libera Reggio Calabria