Reggio Calabria. Sembra avviarsi ad una felice conclusione la triste vicenda che vede protagonista il senza tetto che da circa un anno, suo malgrado, vive in pianta stabile sulla centralissima via Cardinale Portanova. Neanche qualche giorno addietro attraverso le “pagine” di “Newz” era stata messa in risalto la grave condizione disumana (monitorata costantemente anche da molti centri caritatevoli della città) vissuta dal povero clochard Mohamed.
Ebbene, quando tutto sembrava avviarsi verso un baratro senza fondo, ecco accendersi per uno dei tanti “girovaghi senza nome” la luce della speranza. Un “raggio di sole” che ha squarciato il buio di un mondo tetro dai mille risvolti di vita.
L’Associazione della Caritas della Chiesa Santa Maria della Candelora che opera sul territorio della città è riuscita, sembrerebbe, ad arrivare ad una
prima svolta positiva per il clochard di via Cardinale Portanova. La tenacia e la risolutezza, ma soprattutto una profonda umanità, sono stati gli elementi messi in campo dai parrocchiani della Chiesa, che aprirebbero nuovi orizzonti per il futuro di Mohamed. Da novembre ad oggi infatti alcuni membri (che denunciano l’accaduto), nella suddivisione dei compiti in parrocchia, sono riusciti con impareggiabile pervicacia umana a contattare l’Ambasciata del Kosovo con sede a Roma.
Tanti i tentativi di comunicare andati a vuoto fino a quel “benedetto” giorno di gennaio. Un “pronto” di risposta umana, aveva finalmente sostituito la voce metallica registrata. Dall’altro capo, un’impiegata dell’Ambasciata aveva dato i primi “contatti della speranza”. L’ostinazione ma anche il clima di fiducia e
lealtà raggiunto dopo diversi “incontri” telefonici (e la veridicità di quanto detto provata anche dall’invio del pezzo di Newz.it in ambasciata) ha portato successivamente ad uno scambio di numeri di cellulari personali tra le due interlocutrici.
Cosa questa fondamentale che ha permesso, alla sensibile e comprensiva impiegata dell’ambasciata, di poter parlare direttamente con Mohamed attraverso il cellulare dell’appartenente all’associazione della Caritas della parrocchia. Molti minuti in cui il clochard ha potuto conversare, anche se confusamente, nella sua “madrelingua” tanto amata. Tempi che sono serviti a mettere in risalto alcune cose private del senza tetto “adottato” da Reggio, sembrerebbe, purtroppo, ormai rimasto orfano.
Dopo di ciò l’instancabile addetta della delegazione Kosovara (che adesso diplomaticamente cercherà di ottenere un lasciapassare utile per il rientro di Mohamed nella sua terra di origine), ha compiuto l’impresa che in molti attendevano ritrovando la documentazione di identificazione del clochard. Incredibile, ma vero. Adesso Mohamed non è più uno sconosciuto. Le fiabe è dunque possibile leggerle non solo sui libri. Racconti di vita con personaggi straordinari che si muovono all’interno di esse è sempre più raro segnalarli ma fortunatamente esistono ancora. L’operosità profusa dagli appartenenti alla Caritas della Chiesa di Santa Maria della Candelora, in maniera incredibilmente semplice e naturale ma soprattutto umana verso chi aveva bisogno, è servita a far apparire speranzosi sorrisi di appagamento e di felicità sul volto delle persone che hanno agito in favore del clochard per un qualcosa che è stato raggiunto e donato. Gesti d’amore rivolti a chi, come Mohamed, aspetta adesso che l’epilogo (che sarà da noi seguito) di questa sua
toccante storia possa concludersi al più presto in maniera lieta dopo interminabili giorni di lunghissima sofferenza fisica trascorsi aspettando che qualcosa di miracoloso, meravigliosamente accadesse.
Guglielmo Rizzica