I parlamentari M5S Nesci, Morra, Dieni e Parentela denunciano: “licenziamenti irregolari di Fincalabra”

Roma. “Sui licenziamenti disposti in assenza del commissario liquidatore di Fincalabra, dottor Attilio Funaro, intraprenderemo tutte le azioni parlamentari e politiche utili a difendere i lavoratori di Calabria IT, che per legge regionale dovevano essere garantiti e invece sono stati ingannati. Le responsabilità politiche sono del governatore regionale Giuseppe Scopelliti, muto sulla nostra richiesta di un tavolo tecnico inviatagli lo scorso 14 gennaio, e del suo assessore alle attività produttive Demetrio Arena, già sindaco della Reggio Calabria commissariata per contiguità mafiose». Lo dicono i parlamentari calabresi del Movimento Cinque Stelle Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela e Federica Dieni, che aggiungono: “Il passaggio dei dipendenti da Calabria IT a Fincalabra, caratterizzato da anomalie risonanti, è gestito nella nebulosità della peggiore politica calabrese, che, anche con connivenze sindacali, sta giocando impunemente sulla pelle dei lavoratori”. I quattro parlamentari denunciano: “Ci sono dipendenti, non assorbiti da Fincalabra in violazione della legge regionale n. 24 del 2013, che sono stati licenziati e addirittura, emerge, senza preavviso. La questione è di rilevanza nazionale, trattandosi della società finanziaria della Regione Calabria, che mostra di ignorare le norme a garanzia dei lavoratori”. “Sopratutto – continuano i parlamentari Cinque Stelle – la Regione appare un comitato d’interessi, che al presidente di Fincalabra Umberto De Rose, indagato per la mancata uscita del quotidiano “L’Ora della Calabria”, ha cancellato un debito di svariati milioni di euro e ai lavoratori di Calabria IT sta riservando il più disumano dei trattamenti, fuori dello Stato di diritto”. Nesci, Morra, Parentela e Dieni concludono: “De Rose deve dimettersi domattina. Al suo posto deve andare una figura lontana dalla fame dei partiti, con capacità e qualità etiche indiscutibili. Occorre bloccare i licenziamenti in corso e riportare subito il problema su un terreno di discussione politica”.

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