Reggio Calabria. Spiacevole esperienza vissuta da una dipendente comunale indagata per assenteismo che, nella notte andante tra il 20 e il 21 ultimo scorso, alle due di notte ha ricevuto la tutt’altro che gradita visita da parte di alcuni agenti della Polizia di Stato, in servizio presso la locale Questura, incaricati di controllarla perché risultava sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Provvedimento restrittivo che però era perento ormai da quasi un anno ( 8 maggio 2013) ma la circostanza è stata letteralmente ignorata da chi ha disposto il servizio ed anche dagli agenti procedenti che alquanto imbarazzati hanno suggerito alla sconcertata ex cautelata “di far andare urgentemente in Questura il difensore per chiarire la posizione in quanto potrebbero ritornare a reiterare i controlli di rito”.
Nella specie però trattasi dell’Avv. Aurelio Chizzoniti che non la pensa così per cui rispedendo al mittente il perentorio invito ha puntualizzato: “ad un tratto mi sono scoperto quasi responsabile del quantomeno negligente aggiornamento degli archivi ministeriali nel cui contesto non posso non eccepire che paradossalmente mentre si controllano a domicilio liberi cittadini si attendono azioni concrete e non virtuali per combattere la dilagante prostituzione che a Reggio, grazie anche a «distrazioni di massa» (Dott. Giuseppe Lombardo docet) viene, senza eccessivi fastidi, esercitata no-stop in pieno centro cittadino”. L’Avv. Chizzoniti conclude chiosando eloquentemente: “In una realtà ove molti rifuggono dalle rispettive responsabilità, sicuramente deluso ma non rassegnato e domo, non mi resta che parafrasare uno dei tanti siciliani illustri: «Così è se vi pare….».
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