Tributi locali. Naccari Carlizzi (Pd): “Reges, altro che Equitalia!”

Reggio Calabria. E’ ormai chiaro che la riscossione dei tributi locali sia divenuta meta di vantaggiosi business per privati ai danni di Comuni e Contribuenti. A Reggio però si raggiunge il colmo. Gli aggi pagati ai soggetti che gestiscono l’accertamento e riscossione dei tributi locali superano e pure abbondantemente quelli praticati allo Stato. La tanto “odiata” Equitalia trattiene per se il 9% delle somme iscritte a ruolo riscosse e dei relativi interessi di mora. E la nostra Reges? Un’altra cosa! Costituita tra Comune e una azienda leader nazionale del settore nel maggio del 2005, la nostra società mista ha come mission aziendale: favorire il riequilibrio dell’imposizione tributaria anche attraverso la revisione della corretta applicazione delle imposte ed entrate tributarie e patrimoniali aggiornare contestualmente gli archivi per dare ai cittadini risposte chiare e rapide gestire una equa ripartizione tra le collettività dei costi sostenuti dall’ente ottimizzare lo sviluppo e la qualità del servizio pubblico. Ogni commento appare superfluo. Ma passiamo ai numeri. Dal 2006 al 2011 a fronte di incassi per 231,25 milioni di euro ben 48,8 milioni sono state le spettanze per la società mista che ha trasferito nelle casse comunali 182,43 milioni di euro. Oltre il 21% di quanto versato dai cittadini è andato al socio privato affidatario del servizio e di fatto sottratto ai servizi pubblici. In media oltre 7,5 milioni di euro all’anno ed un 2007 da record con oltre 12 milioni di euro pagati dai cittadini al socio privato per la gestione del servizio. Un’incidenza del 21% sul tributo è fuori da ogni logico criterio. Lacrime e sangue sulla pelle dei reggini che già faticano a pagare i tributi. La circostanza poi che la Reges trattenga l’aggio di riscossione anche sui pagamenti diretti eseguiti in favore del Comune amplifica questa problematica. E’ inutile dire che anche questo è falso “modello Reggio”. Siamo di fronte ad una convenzione fra Comune e società costruita su una logica opposta agli interessi pubblici. Come giudicare altrimenti un aggio per la fase di accertamento (talvolta persino errata) superiore rispetto a quella di riscossione ? E come giudicare il fatto che il Comune riscuota solo una minima parte di un accertato rivelatosi di fantasia? Non era più logico garantire un più alto aggio per le somme da riscuotere a seguito della lotta all’evasione in modo da incentivare l’azione del privato? Appare evidente è quanto mai necessario procedere ad una immediata revisione del contratto, mutuando quel percorso di razionalizzazione dei costi che il legislatore statale ha già intrapreso con Equitalia. Un percorso diretto a rivedere l’entità dell’aggio parametrandola ai costi standard per la riscossione. Se questo non fosse possibile ad entrare in discussione è l’intera organizzazione del servizio di riscossione dei tributi che dovrà essere rivista per il bene della città. Il Comune ne trarrebbe sicuro vantaggio e così qualche buca e qualche marciapiede potrebbe ripararlo

Demetrio Naccari Carlizzi
Consigliere regionale PD

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