Il presidente Raffa sulla morte di Mons. Giuseppe Agostino

Reggio Calabria. Con mons. Giuseppe Agostino, arcivescovo emerito di Cosenza, scompare una grande figura della Chiesa calabrese e uno strenuo difensore dei diritti dei popoli del Mezzogiorno. Da parroco di San Giorgio al Corso di Reggio a vescovo di Crotone – Santa Severina, fino a Metropolita di Cosenza, mons. Agostino è stato uno dei protagonisti della storia religiosa e sociale della Calabria, regione alle prese con ataviche contraddizioni, con vecchie e nuove povertà e con fenomeni degenerativi che da sempre ne ostacolano lo sviluppo sociale. Uomo di grande cultura, fine teologo, il presule reggino si è sempre mosso in sintonia con la dottrina sociale della Chiesa che lo portò a schierarsi a fianco dei lavoratori delle industrie di Crotone nella cosiddetta “rivoltà dei fuochi”. La sua presenza davanti ai cancelli degli stabilimenti dell’Enichem accanto ai manifestanti nel settembre del 1993 fece il giro del mondo, nella vicenda che segnò il definitivo declino dell’unica grande realtà industriale della Calabria. La sua forte presa di posizione contro i poteri mafiosi e la tradizionale presenza dei “capobastone” nella gestione delle feste patronali di numerose comunità calabresi ha contraddistinto un’azione pastorale che ha inciso moltissimo nella formazione delle coscienze. Ma monsignor Agostino ha avuto anche la capacità di prevedere e denunciare gli effetti nefasti prodotti dalla globalizzazione, dal capitalismo finanziario e dalla sfrenata logica dei mercati, rendendo il suo impegno sociale inscindibilmente legato alla sua missione di Fede. Purtroppo, sotto alcuni aspetti, la sua è rimasta una vox clamantis in deserto. Proprio per questo, oggi onorare la figura di monsignor Agostino significa andare oltre il dolore per la conclusione del suo percorso terreno, per raccogliere la gravosa eredità del suo agire nella comunità cristiana e nel mondo.

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