Motta S. Giovanni. Rifiuti speciali: Raffa autorizza lo smaltimento giornaliero, si chiede l’immediata revoca in autotutela

Motta S. Giovanni (Reggio Calabria). Non ci sta il Comune di Motta San Giovanni a vedersi calare dall’alto l’ennesima tegola ambientale, questa volta senza coinvolgimento alcuno dei propri organi tecnici e amministrativi, salvo una telefonata del Presidente Raffa al Sindaco Laganà che ne annunciava la firma dell’ordinanza n. 1 del 13 marzo scorso e il cui sorprendente contenuto arriva a Palazzo Alecce soltanto tredici giorni dopo. La giunta comunale riunitasi in seduta straordinaria non credeva ai propri occhi leggendo quell’atto che autorizza un’azienda privata a trattare 40 tonnellate al giorno di rifiuti speciali, ovvero otto volte più della produzione di rifiuti normali dell’intera comunità mottese. “E’ un atto che viola le più elementari norme della concertazione istituzionale, emesso sulla testa di una città che negli anni dal 2000 al 2006, anni in cui era Sindaco l’attuale V. Presidente della Provincia, ricevette ogni sorta di rifiuti, da quelli ordinari, ai solidi urbani, ai rifiuti speciali ed anche specialissimi come quelli proveniente dalla centrale a carbone di Brindisi e di cui, purtroppo, in questi anni si è dovuto far carico la mia amministrazione. Un atto d’imperio e straordinario, emesso con l’appiglio dell’emergenza rifiuti e che nulla ha a che vedere con questo tipo di rifiuti speciali da trattare (fanghi di depurazione)”. Queste le parole del Sindaco Paolo Laganà che aggiunge: “già nell’agosto scorso la Provincia aveva autorizzato, senza coinvolgerci, il trattamento presso l’impianto di Lazzaro di 10 t/giorno e noi, per rispetto e tutela dei posti di lavoro in gioco, non ci eravamo opposti, sebbene in più occasioni abbiamo evidenziato la mancanza di imprescindibili autorizzazioni; nell’occasione avanzammo anche la richiesta di effettuare una serie di controlli congiunti deklla cui disponibilità a distanza di mesi attendiamo una risposta. Ben sa il Presidente Raffa che quell’ordinanza che quadruplica maldestramente le quantità di rifiuti è illegittima in quanto nell’impianto di località Comunia, per ammissione dei diretti interessati, vengono trattati anche rifiuti provenienti da fuori Provincia. E se ciò è vero all’ora risulta evidente una forzatura di campo della Provincia e del suo Presidente ed è altrettanto forzato l’assunto di legare una gestione di una società privata al “.. blocco del sistema provinciale di smaltimento dei fanghi di depurazione..”. E quand’anche si volesse ricorrere ad elastiche interpretazioni di norma, stante la mancanza delle autorizzazioni di legge, allora la competenza sarebbe Ministeriale o quantomeno Regionale. Ci chiediamo ancora: perché il Presidente della Provincia, che in questo caso avrebbe diritto e dovere, in considerazione che la Provincia incamera il 5% del tributo Tares, non interviene con apposita ordinanza per far rimuovere i rifiuti dal territorio provinciale che a suo dire (queste le sue parole nell’ordinanza) “è invaso da rifiuti urbani giacenti sulle strade e sulle vie di tutti i comuni della provincia da oltre 30 giorni”.?. Ed ancora: ” Sul piano politico ed amministrativo non comprendiamo perché la Regione Calabria e l’Assessore all’ambiente incontrano e sentono i Sindaci su problematiche importanti come quelle in gioco, mentre la Provincia di Reggio Calabria opera in regime di chiusura di dialogo, mettendo di fronte a fatti compiuti una Città e un’Amministrazione che da anni chiedono rispetto istituzionale e tutela della salute dei propri cittadini.”. “Per queste evidenti ragioni Il Sindaco e l’Amministrazione comunale chiedono di annullare o revocare, anche in via di autotutela, l’ordinanza n.1/14 del Presidente della Provincia e nello stesso tempo si chiedono se il provvedimento d’urgenza sia stato preventivamente comunicato a S.E. il Prefetto.”.

 

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