Reggio Calabria. “E’ preferibile immaginare il peggio, per essere pronti a prevenirlo e ad evitarlo”. Così il procuratore capo della DDA di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, ha commentato la notizia, resa nota stamani da alcuni organi di informazione, del sequestro di un ingente numero di armi da guerra operato dalla Guardia di Finanza a Rizziconi. Durante un controllo casuale, ha confermato all’Agi il procuratore, è stata perquisita un’autovettura guidata da un incensurato, nella quale sono stati rinvenuti e sequestrati 10 fucili Kalashnikov, 2 mitragliette e 5 pistole, tutte le armi con matricola abrasa.
“Non vi è una guerra di mafia in corso – è l’analisi del procuratore – né si prevedono situazioni di contrasto sul territorio. Il livello di violenza sul territorio si è registrato da tempo negli attentati agli esercizi commerciali, con la collocazione di ordigni esplosivi presso due esercizi commerciali in Reggio Calabria, e tanti altri episodi realizzati sia sulla fascia jonica che tirrenica, oltre che in città. Si pensi anche ai due giovani travisati e armati che hanno fermato un camion rifiuti, fatto scendere l’autista, sparato contro il camion che poi è stato incendiato. E’ un livello di violenza sproporzionato rispetto all’obiettivo di intimorire, sembra ci sia una strategia”. Adesso occorre capire a cosa servissero le armi da guerra sequestrate a Rizziconi, il procuratore non esclude un attentato a uomini dello Stato: “Se tante armi arrivano, è evidente che qualcosa debbano fare, siccome non c’è una guerra di mafia, cerchiamo di capire che obiettivo debbano avere. Posso pensare a un obiettivo istituzionale, protetto, visto che un commando del genere è da guerra. Dobbiamo ipotizzare il peggio, e rispetto al peggio essere pronti a prevenirlo e a evitarlo”.