Ferma la volontà di dare le dimissioni: resta da capire quando saranno depositate «per non essere d’ostacolo a una serie di procedure in atto in consiglio regionale».
Nel prossimo futuro aspettiamoci le picconate di Scopelliti!
Reggio Calabria. “Credo che sia opportuno fare una puntualizzazione, ho annunciato le dimissioni dopo neanche 12 ore dalla sentenza perché questa sentenza mi ha offeso come cittadino calabrese e italiano, quindi è stata una risposta spontanea”. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, incontrando stamani i cronisti nella sede di Calabria Lavoro, a Reggio Calabria, commentando le dimissioni che ha annunciato all’indomani della sentenza di condanna a 6 anni di reclusione inflitta in primo grado dal tribunale di Reggio Calabria per falso in atto pubblico e abuso d’ufficio, in merito al processo scaturito dalla autoliquidazioni dell’ex dirigente comunale al bilancio, Orsola Fallara, morta suicida.
“Capisco – ha aggiunto Scopelliti – che le mie dimissioni hanno messo in contropiede molti, e che adesso si comincia a fantasticare, però vorrei aggiungere che a mio parere un presidente dimissionario ha il compito, così come accaduto per altri colleghi in altre regioni, di guidare fino a nuove elezioni l’ente regione. Allora indipendentemente dalle dimissioni io ritengo che la legge Severino, che prevede la sospensione, in ogni caso intervenga, dimissioni o non dimissioni. Anziché essere sospeso dalla Severino io ho la dignità e il coraggio di fare un passo indietro rispetto a questa vicenda, ma non vuol dire che faccio un passo indietro su tutto, faccio molti passi in avanti su tante altre cose. Capisco che questo sorprenda, perché i politici calabresi ma non solo quelli, sono sempre stati abituati ad abbracciarsi alle poltrone. Io non ho vinto nessun concorso, ho soltanto vinto una tornata elettorale che mi consentiva per cinque anni, la scadenza naturale, di tornare al giudizio degli elettori”. “Qualcuno – ha proseguito Scopelliti – e non gli elettori in questo caso, in nome del popolo italiano, perché così mi pare sia corretto dire, ha interrotto questo tipo di percorso, e io ne prendo atto perché di fronte a una sentenza così eclatante non ci sono le condizioni per andare avanti. Ho fatto questa scelta, La politica calabrese su questo dà segnali di grande qualità, e soprattutto la politica del Nuovo centrodestra. Il ministro De Girolamo che si dimette senza essere raggiunta da alcun avviso di garanzia, solo su un chiacchiericcio e pettegolezzi che escono sulla stampa, Gentile si è dimesso da sottosegretario solo perché si era ipotizzata una serie di cose legate all’idea che non dovesse uscire un giornale il giorno dopo. Io mi dimetto rispetto a una sentenza di primo grado che non è l’ultimo grado di giudizio. Certo, poi c’è chi dice che bisogna vendersi gli organi, che bisogna vendersi i piedi, magari per pagare i danni, e però mi pare che la stampa calabrese non abbia enfatizzato questa notizia, e capisco perché, perché non sono uomini del centrodestra”.
E’ stato lo stesso Scopelliti a spiegare i prossimi passaggi temporali riguardo alle annunciate dimissioni. “Adesso succede questo, succede che siccome sono un uomo di squadra, adesso il centrodestra deve, insieme, immaginare questa mia scelta e condividerla pienamente, cosa che è già stata abbondantemente condivisa dalla stragrande maggioranza del centrodestra. Poi di getto ovviamente nemmeno i partiti sono stati interpellati quella notte, abbiamo fatto una riunione a casa mia, ringrazio la maggioranza che quella sera si è stretta attorno a me”.
“Ho maturato questa scelta, condivisa, adesso dobbiamo immaginare queste mie dimissioni quando dovranno essere depositate – ha chiarito Scopelliti – per non essere d’ostacolo a una serie di procedure che in atto sono in consiglio regionale. Non parlo di mesi – ha puntualizzato – perché non sono intenzionato né disponibile, sono un uomo di squadra e quindi voglio condividere, però la mia ferma volontà è questa“.
Elezioni europee? “Non c’è la necessità spasmodica da parte mia di rituffarmi in una campagna elettorale. Vengo dalla militanza del Fronte della Gioventù, dalla militanza giovanile, quando ero ragazzino non immaginavo mai e poi mai di poter fare il sindaco della mia città o il presidente della mia regione, tutt’al più sognavamo di poter fare il consigliere d’opposizione, di poter essere un giorno consigliere regionale d’opposizione, quindi fondamentalmente non c’è questa necessità a tutti i costi di dovermi presentare in qualche tornata elettorale. E’ una valutazione che sarà fatta, ho già detto più volte che non c’è la mia disponibilità, per tanti motivi, a scendere in campo nella tornata elettorale. Ma è altrettanto chiaro che nel momento in cui faremo una diagnosi attenta, un’analisi scrupolosa assieme ad Angelino Alfano, già da stasera insieme alla maggioranza, ci determineremo sulle scelte importanti da fare. Non c’è nessuna fretta di assumere decisioni”.
Un futuro da picconatore? “Ma soprattutto la cosa che mi sento di dire è che continuerò ad occuparmi di politica, dei problemi della mia gente, a spendermi affinché questa società sia più giusta. Continuerò da una posizione diversa, e forse ancora più agevole e più semplice, non essendo istituzione non hai quei limiti che la carica ti impone. Posso anche cominciare a pensare di dire tanti aspetti che ho visto in questi anni e che possono, non in maniera offensiva intervenire per cercare di dare risposte rispetto a quello che ho ricevuto, spero di poter collaborare per migliorare il sistema Paese, per migliorare il sistema Calabria, per migliorare la mia città. Credo di poterlo fare avendo avuto tanta esperienza e tanta conoscenza del nostro territorio”.
Le dimissioni da coordinatore dei circoli Ncd? “Mi sembra doveroso, corretto, necessario. Io faccio riferimento a un leader del partito che è ministro degli Interni, ed è giusto che sappia che io rassegno le dimissioni perché non voglio mettere in imbarazzo nessuno, né il ministro dell’Interno né tanto meno l’intero partito. Non so se questa è una novità per tanti, ma per me è un segno di responsabilità. Ci saranno poi gli ulteriori gradi di giudizio. Se la condanna ancora oggi si fonda sulla certezza della prova, come dicono i miei avvocati, in questo processo non c’è certezza della prova, allora da qualche altra parte giustizia ci sarà, e quindi attendiamo gli altri livelli perché qualcuno riconosco l’estraneità ai fatti”.