Reggio Calabria. Scopelliti senza filtri e condizioni. E’ stata presentata così l’intervita concessa dal presidente dimissionario della Giunta regionale calabrese a Luca Telese, giornalista e conduttore del talk show politico Matrix, Canale 5. La storia dell’ex sindaco di Reggio Calabria, oggi condannato in primo grado a 6 anni di reclusione nell’ambito del processo Fallara, riassunti in 12 minuti di intervista iniziata con un aggiornamento random circa la possibile candidatura di Scopelliti alle prossime elezioni europee: “Angelino Alfano non ha posto alcun veto sulla mia candidatura – risponde Scopelliti – ma soprattutto non se n’è parlato. Si è parlato del proseguimento delle attività del consiglio anche senza la figura del suo presidente, di ricostruire una coalizione. La discussione sulle elezioni europee è stata rimandata perché oggi non mi sento di affrontare una campagna elettorale a fronte di una condanna durissima che mi ha ferito come uomo e cittadino italiano”. La condanna pendente su Giuseppe Scopelliti è la prima di questo tipo nella storia del Paese : “Non ci sono precedenti. Guardavamo in questi giorni stupiti le condanne per stupro e per omicidio colposo, tutte oscillano tra i tre e i quattro anni e questo fa riflettere molto”.
Telese ha posto poi l’accento sulle operazioni effettuate dall’amministrazione Scopelliti al Comune di Reggio, un’amministrazione “dispendiosa” – così l’ha definita il giornalista – le cui attività probabilmente hanno inciso sul bilancio delle casse comunali. “Rifarei tutto alla stessa maniera – dichiara ancora Scopelliti – abbiamo aumentato del 30% i servizi sociali, abbiamo offerto servizi straordinari ai nostri anziani, ai disabili. La nostra è stata un’amministrazione virtuosa. Chiediamo ai cittadini se a Reggio si vive bene oggi o quattro anni fa. Tutti i comuni, di questi tempi, hanno un disavanzo grave e non tutti sono condannabili. La sede opportuna per giudizi di questo genere è la Corte dei Conti, e non il Tribunale, che deve valutare se c’è il dolo oppure se il buco è ricavato dai minori trasferimenti dello Stato”. Anche in provincia di Reggio, spiega Scopelliti, diversi comuni hanno dichiarato il dissesto, cita come esempio un comune a caso: quello di Monasterace, guidato fino a luglio 2013 dall’attuale ministro Maria Carmela Lanzetta.
Sugli schermi di Matrix viene proiettata l’immagine di Orsola Fallara nel corso della sua ultima conferenza stampa, prima della sua drammatica morte. “Abbiamo scoperto del furto quando è stata aperta l’indagine – racconta il presidente – una cosa che può capitare in alcune circostanze, quando non c’è un controllo successivo. Anche il sindaco facente funzione (Giuseppe Raffa, ndr) firmava provvedimenti analoghi a quelli firmati da me”. Sulla cause che hanno spinto la dirigente a un gesto tanto drammatico Scopelliti non nutre alcun dubbio: “A portarla al suicidio è stata la pressione mediatica e strumentale cui è stata sottoposta. Un amministratore da solo non va da nessuna parte – spiega ancora – per questo io ho messo su una squadra che era parte a pieno titolo di questo progetto. Può accadere che nessuno veda niente se non ci sono dei controlli incrociati. Non c’erano i sistemi affinché un sindaco si potesse accorgere di quanto stava accadendo”.
“A conclusione della sua conferenza stampa Orsola Fallara ha affermato di dover chiedere scusa due volte – tiene a raccontare Scopelliti a pochi minuti dalla fine dell’intervista – la prima alla sua famiglia, la seconda a me. Ha detto di aver tradito i miei insegnamenti: io non credo di averle insegnato nulla, però si tratta di un messaggio molto forte”.
Insomma, Scopelliti si autoassolve da ogni accusa, ma ammette – come unica grande colpa – quella di essersi evidentemente fidato eccessivamente: “Come amministratore – dichiara infatti in conclusione – non posso nascondere le mie responsabilità, ma non si tratta di una responsabilità penale”.
gip