Reggio Calabria. All’interno del Teatro Cilea, nella giornata conclusiva di Panorama d’Italia, il direttore di Panorama Giorgio Mulè intervista Giuseppe Scopelliti. L’incontro, in virtù delle ultime vicende riguardanti la condanna in primo grado dell’ex sindaco, è molto atteso dal popolo reggino. Il Presidente della Regione Calabria (nei confronti del quale, nella giornata di ieri, è stato attivato l’iter di sospensione da tale carica) è un fiume in piena e risponde a tutte le domande che gli vengono poste dal direttore, anche le più delicate. Si parla di Multiservizi, del Commissariamento del Comune, di Orsola Fallara, delle dimissioni annunciate, del “Modello Reggio” e del futuro prossimo che incombe su Reggio e sullo stesso Scopelliti. Ne ha per tutti il Presidente, amici, e nemici:
Il 2002
Scopelliti inizia dagli albori della sua avventura da primo cittadino: “Il 2002 è un momento particolare perché s’interrompe una sorta di meccanismo. Il centrosinistra non è più credibile senza la figura di Italo Falcomatà e per questo Reggio ha votato me. Quindi c’è una sorta di continuità tra la fase di “restaurazione” (di Falcomatà) e la mia fase di “realizzazione”. Quando ho fatto il sindaco ho dichiarato che la politica ha il suo spazio e non si lascia condizionare da interventi esterni. Questa è stata una dichiarazione che andava controcorrente rispetto al passato. Segnava una sorta di nuovo corso”.
Commissariamento e Multiservizi
All’interno del Teatro sono presenti anche alcuni ex-lavoratori Multiservizi che espongono degli striscioni. ”Chi toglie il lavoro lo priva della propria dignità” recita uno di questi.
Scopelliti inizia il suo quasi-monologo attaccando i commissari (sulla vertenza Multiservizi): “Sono pagati per dare delle risposte alla gente e se non riescono a farlo vuol dire che non sono in grado, nessuno riesce a prendere una decisione”.
Prosegue poi Scopelliti:”Il commissariamento non è il fallimento della politica ma dello Stato. I comuni capoluogo non vanno sciolti per mafia”.
Amministrazione Falcomatà
“Visti gli oltre 50 avvisi di garanzia ricevuti da Italo Falcomatà, anche per commistioni con la criminalità organizzata, mi sarei aspettato un attestato di stima e un gesto di solidarietà, non le aggressioni che abbiamo subito da parenti e amici”, tuona nei confronti dei suoi detrattori.
Il Modello Reggio
“Il sistema Reggio non era un sistema che affabulava, era un sistema virtuoso. Volevamo lanciare un messaggio che fosse: Reggio metropoli dell’amore. Reggio, non doveva essere più la città dei morti ammazzati per strada. Questo abbiamo cercato di farlo in tanti modi: Passaporto per l’Europa, Evergreen, Nonni a spasso, abbiamo ristrutturato decine di scuole che erano a rischio sismico. Abbiamo creato un’idea di comunità”.
Scopelliti inoltre evidenzia il lavoro svolto con le società miste e si scaglia contro la liquidazione della Reges. “La Reges, nel 2004, ha permesso al Comune di recuperare 6 milioni di euro. Abbiamo recuperato la maggior parte dei soldi dei “furbetti” che non pagavano le tasse”.
Il “Buco” di bilancio e il “Processo Fallara”
“Il buco non veniva dall’amministrazione Scopelliti ma da quelle precedenti. Quello del bilancio è un procedimento collegiale votato da tutti, il sindaco lo sottoscrive inviandolo poi agli organi competenti. Io sono stato condannato per quella firma finale”.
Prosegue l’ex sindaco: “Io penso alla buona fede dei magistrati perché non sanno come lavora un amministratore. Da questo però scaturisce che qualunque sindaco potrebbe essere a rischio”.
Poi entra maggiormente nello specifico: “Nel processo è presente una cosa gravissima. Io sono stato condannato per il bilancio del 2008, preventivo e consuntivo, e per quello preventivo del 2009. Mentre per il consuntivo del 2009 sono indagati soltanto i revisori perché qualcuno disse che nessuno lo aveva firmato. In udienza, il dirigente Nucera dice che Raffa ha firmato il suddetto bilancio, e io lo faccio presente al Pm, ma questi sostiene che non è vero, che Raffa non aveva firmato. Con questo non voglio portare pure Raffa al processo, ma se la buona fede è valsa per Raffa perché non può valere anche per Scopelliti?”.
“La Fallara – continua Scopelliti – aveva detto: “Se ci sono due responsabili in tutto questo, sono Naccari e Raffa”. “In città c’è questo dubbio sulla morte della Fallara, ma in ospedale arriva con i suoi piedi, ha parlato con i medici e i parenti fino alle 4 del mattino”. La dirigente delle Finanze del Comune, secondo Scopelliti, viveva un “momento difficile della sua vita e, a causa della campagna denigratoria nei suoi confronti, è stata indotta al suicidio”. “Se Orsola non si fosse suicidata, io non sarei stato condannato perché non avrebbe avuto problemi a raccontare la verità”.
“La Fallara si è liquidata il 75% (circa) delle somme quando io sono andato via da sindaco. Io firmavo mandati per duecentocinquanta euro e se ne liquidava 12mila. Quando Naccari e Romeo sono andati a fare la denuncia pensavano che la Fallara prendesse i soldi per dividerli, da democristiani e uomini della prima Repubblica della peggior specie , ma sono rimasti delusi. Per questo 9 mesi dopo (a ottobre), si sono inventati il buco di bilancio”
Maria Carmela Lanzetta, Matteo Renzi e Angelino Alfano
“La Lanzetta con il comune in dissesto fa il ministro, io vengo mandato a casa. Renzi e Alfano non possono girarsi dall’altra parte. Non possono esserci due metri di giudizio diversi. Se c’è un comune, anche di 3.000 abitanti, che va in dissesto, vuol dire che è governato da pessimi amministratori”. Il direttore di Panorama accortosi del (non molto velato) riferimento ad Alfano, lo evidenzia subito, ma Scopelliti corregge il tiro difendendo il suo partito. “Il Nuovo Centro Destra –dichiara- ha manifestato solidarietà nei miei confronti. Lupi, Quagliarello e Schifani sostengono la mia candidatura alle europee ma io non sono riuscito a dare una risposta definitiva e ho preso una settimana per decidere”.
Dimissioni ed elezioni
Scopelliti parla anche del suo futuro prossimo: “Ho presentato una lettera al presidente del consiglio Regionale e durante l’assemblea presenterò le dimissioni”. Per quanto riguarda le prossime elezioni regionali dice: “Magorno spinge per votare a giugno, in questo modo non si fanno le primarie e può candidarsi direttamente”
Fermato in nome del popolo italiano e non in nome delle mafie
Dopo quasi 2 ore di intervista Scopelliti rilascia un’ultima dichiarazione:” Ho un’amarezza, che secondo me non è secondaria. Non mi hanno fermato le bombe, le minacce, i proiettili, le lettere anonime o Anonymous. Sono stato fermato in nome del popolo italiano e non in nome delle mafie”.
Il direttore di Panorama poi, prima di passare il testimone alla città di Lecce (che ospiterà la seconda tappa di Panorama d’Italia) conclude dicendo: ”Questa è una città che ha bisogno di essere presa per mano. Una città senza amministrazione comunale, e adesso senza un’amministrazione regionale, inevitabilmente si consegna all’oblio e questo i cittadini di Reggio non lo meritano.
g.c.