Reggio Calabria. Quando mancano ormai poche battute alla conclusione del processo Alta Tensione che si sta celebrando presso l’aula bunker di Reggio Calabria davanti al Tribunale presieduto dalla dottoressa Natina Pratticò (Romeo ed Aragona a latere) si stanno ultimando gli interventi difensivi in favore degli imputati. Ieri ha concluso per le proprie posizioni l’avvocato Marco Tullio Martino che ha chiesto la piena assoluzione per Diego Rosmini, 42enne, e Natale Paolo Alampi, cognato di quest’ultimo ed accusato proprio insieme a Rosmini e a Osvaldo Massara (difeso dagli avvocati Francesco Calabrese e Luca Cianferoni) di aver costituito la cosca Rosmini, imperversante secondo l’ipotesi accusatoria nei territori di Modena e Ciccarello. Tutti, con il ruolo di capi promotori/organizzatori.
In particolare il difensore nell’interesse del Rosmini ha puntato il dito contro i collaboratori di giustizia che, al di là di generiche affermazioni e di banalissimi episodi sfuggenti a qualsivoglia controllo perché mai riscontrati e mai verificati, non hanno saputo riportare alcun fatto specifico addebitabile agli imputati. Mai un reato fine, mai una estorsione, mai una circostanza specifica circa una condotta concreta penalmente rilevante. Anzi, numerosi sono stati i punti in cui sono emerse le contraddizioni e le discrasie tra gli stessi. Il legale poi, anche nell’interesse di Natale Paolo Alampi, ha ripercorso il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche compendiate in atti registrate a bordo della Fiat Panda di Alampi dimostrative – a dire della difesa in maniera incontrovertibile – di come tra Diego Rosmini e Natale Paolo Alampi non sussistesse affatto un rapporto di solidarietà tipico tra soggetti associati appartenenti ad un medesimo gruppo criminale. Il difensore inoltre ha fatto emergere come le dimensioni stesse della impresa edile del signor Alampi non fossero certamente quelle che avrebbe dovuto gestire un soggetto della caratura criminale voluta dalla accusa. Per l’Alampi infine il difensore ha prodotto una certificazione rilasciata dal Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria che nel 2010 aveva espressamente dichiarato la cessata pericolosità sociale dello stesso.
Como. Rientro di capitali dall’estero: Gdf sequestra 150 mila euro a imprenditore comasco
Como - Nei giorni scorsi, i Finanzieri della Compagnia di Olgiate Comasco, all'esito di una incisiva attività investigativa, svolta con...
Read more