Intervista al presidente dell’Ars e all’autrice di “Seme di cuori”

Villa San Giovanni (Reggio Calabria). L’Ars, operante dal 2004 ma la cui nascita è stata ufficializzata nel 2007, è costituita da un nutrito gruppo di professionisti della Sanità che hanno deciso di mettere a frutto la loro passione teatrale per scopi benefici, portando sulla scena testi di grande impatto, offrendo spunti di riflessione sulle contraddizioni della società, e riuscendo nel contempo a perseguire, a tutt’oggi, un obiettivo importante: la raccolta di oltre 85mila euro che sono stati devoluti in beneficenza. Ha riscosso grande successo di pubblico la tre giorni che si è svolta i primi del mese di marzo presso il Teatro “Siracusa”, dedicata alla rappresentazione della commedia satirica “Il Gigante nano”, composta a quattro mani dai dottori Borruto e Cafarelli.

Abbiamo rivolto qualche domanda alla dott.ssa Manuela Priolo. “Seme di cuori” è nata appositamente per la raccolta di fondi a favore dell’AGEDI, Associazione impegnata nel sostegno alle famiglie con bambini e adulti disabili?

“La commedia era già stata scritta e quando l’Inner Wheel, associazione costola della Rotary International Foundation, ci ha proposto un service indicando come destinatari le famiglie di pazienti disabili adulti, abbiamo pensato di associare la commedia al loro progetto, per combinare il service con la nostra attività teatrale. L’Inner Wheel per poter realizzare questa iniziativa con l’AGEDI ha contattato l’ARS, ed io ho fatto da tramite tra le due associazioni”.

Chi sono i protagonisti di ‘Seme di cuori’?
“La commedia parla di genitorialità ed è stata partorita ‘a quadri’ in modo che fosse costituita da tante scene, apparentemente staccate tra loro ma in realtà legate da un unico filo conduttore, una partita a carte giocata da quattro amici. Seme di cuori ha dunque la doppia valenza della partita a carte e di ciò che i figli rappresentano per noi. I quattro introducono di volta in volta le varie scene e attraverso commenti personali rappresentano loro stessi. Le scene riproducono il percorso della genitorialità, dall’attesa del figlio fino alla sua crescita, quando un genitore comincia a relazionarsi, con tutte le difficoltà che possono insorgere nelle varie fasi di questo ‘cammino’. La commedia è un mix di ironia e drammaticità. La parte interpretata dal dott. Borruto è drammatica, in quanto testimonia di un padre che sopravvive ad un figlio deceduto in un incidente stradale ed anche questo fa parte di una genitorialità che comporta anche sofferenza e non si annulla neanche nel momento della perdita di un figlio.”

Abbiamo chiesto al presidente quali sono i progetti futuri dell’Associazione, il cui impegno ormai decennale sul territorio, è valso recentemente la consegna del “Paul Harris Fellow”, il prestigioso riconoscimento a livello mondiale che il Rotary riserva ad associazioni ed enti meritori.
“Il mio compito è coordinare la realizzazione di spettacoli che abbiano contenuti significativi e di attualità. Il nostro obiettivo non è solo quello benefico, ma tentiamo nel nostro piccolo di dare dei moniti alla nostra città, in un momento così difficile. Partirà a breve un nuovo progetto dal titolo ‘Medicina narrativa’, con l’intento di fornire qualcosa di innovativo per il Meridione: aiutare chiunque ne abbia bisogno, ad affrontare e superare in modo ‘naturale’ eventi traumatici, attraverso sedute terapeutiche di gruppo, alla presenza di medici specialisti. L’iniziativa sarà presentata nell’ambito di un Congresso scientifico, a cura dell’Associazione reggina delle Donne Medico, che si terrà il prossimo 28 giugno presso l’Ordine dei Medici di Reggio Calabria. Inoltre, è in cantiere un’altra commedia che prevediamo di rappresentare il prossimo anno.”

Teresa Scordino

Exit mobile version