Aurelio Chizzoniti perplesso dal progetto di legge per il riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria

Reggio Calabria. In relazione al Progetto di legge per il riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria, che sarà discusso domani dalla quarta Commissione consiliare, il presidente della Commissione speciale di Vigilanza, Aurelio Chizzoniti, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse ed è disciplinata dal Dlgs 152/2006 al fine di assicurare una elevata protezione dell’ambiente e controllo efficaci, tenendo conto della specificità dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. La materia della circolazione dei rifiuti sul territorio nazionale, al fine di consentirne lo smaltimento in siti idonei, è una questione di preminente interesse anche Comunitario non solo per la dimensione economica ma, soprattutto, per le specifiche implicazioni sulla sicurezza con riferimento al trasporto delle diverse tipologie di rifiuti. I legislatori e le Corti di giustizia – sottolinea Chizzoniti – hanno con forza affermato che la gestione dei rifiuti urbani e di quelli speciali implica problematiche ambientali diverse ed è soggetta a regimi e discipline notevolmente differenziate. La legge n.148 del 14 settembre 2011, demanda alle Regioni l’organizzazione per l’espletamento dei servizi pubblici territoriali di rilevanza economica a rete definendo gli ambiti o bacini decentrati ottimali e omogenei tali da consentire “economie di scala e di differenziazioni idonee a massimizzare l’efficienza del servizio”. La legge, inoltre, argomenta che la dimensione dei perimetri o dei bacini periferici ottimali deve essere non inferiore almeno a quella del territorio provinciale e che le Regioni possono individuare specifici bacini territoriali di dimensione diversa da quella provinciale, motivando la scelta in relazione a criteri di differenza localistica nonché del relativo stato socio- economico, rispettando i principi di proporzionalità, adeguatezza ed efficienza rispetto alle caratteristiche del servizio, e che tocchi alle Regioni istituire o designare gli Enti di Governo degli stessi ambiti. Tanto premesso e ritenuto sul versante prettamente tecnico – continua il presidente della Commissione speciale di Vigilanza – e della relativa cornice normativa, con espresso riferimento alla proposta di legge de qua agitur, che sarà discussa il 10.04. andante dalla quarta Commissione consiliare, si evince, invece, che il progetto di legge presentato non individua alcun Piano regionale che costituisce la precondizione per qualsivoglia ipotesi strutturale; che lo stesso non disciplina in modo organico e sistematico la delicata materia, come sarebbe d’obbligo, dato che la Regione, per la prima volta, vuole razionalizzare per legge le attività, molte, di tale materia al fine della salvaguardia ambientale del territorio calabrese, già abbastanza compromesso, e la tutela dei cittadini, in alcune aree, come è noto, a rischio malattie devastanti. Che l’annunciata iniziativa della Giunta Regionale, inoltre, non specifica in maniera chiara le funzioni della regione e degli altri enti locali; anzi, del nuovo assetto di riforme costituzionali non si tiene conto che cancellando le Province nasceranno le Città metropolitane i cui compiti, molti, saranno fisiologicamente rideterminati. Ed ancora: non è sufficientemente chiaro come saranno organizzati i servizi, né è previsto un controllo sulla erogazione degli stessi, né viene detto come si tutelano i cittadini, che sono gli utenti finali, né si parla dei poteri sostitutivi in caso di inadempienze. Conclusivamente, e riservandomi gli ulteriori approfondimenti nel corso dei lavori della quarta Commissione (vedi contrattistica e disciplina per i soggetti affidatari dei servizi), non può sottacersi, doverosamente, il rischio di incorrere in procedimenti di infrazione da parte della Comunità Europea ove non si correggessero le anomalie accennate, precisando come sia indispensabile puntare alla produzione di energia a costo zero attingendo alla più avanzata tecnologia, non quella pirolitica, antiquata, e in più parti dell’Europa da tempo abiurata, assumendo come esempio, lo Stato della California dove funzionano termovalorizzatori della serie ROT predisposti anche per la produzione di idrogeno e forniti di sistemi di abbattimento fumi”.

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