Reggio Calabria. “E’ necessario e urgente assumere, con comune senso di responsabilità, la riorganizzazione dell’Ospedale locrese secondo il modello Spoke, attribuendogli la quantità di posti letto prevista dallo standard nazionale, dotandolo di un formale e credibile Atto aziendale e provvedere allo sblocco del turnover del personale e completare l’iter burocratico – amministrativo per utilizzare il finanziamento di 18 milioni di euro necessari per l’ammodernamento strutturale e tecnologico”. Lo afferma in una dichiarazione il Vicepresidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò. “L’ospedale di Locri sta vivendo un lento ma inesorabile declino – dice Nicolò – per effetto del piano di rientro imposto dal Governo nazionale ed il conseguente blocco del turnover del personale. L’accorpamento della struttura sanitaria con l’Asp di Reggio Calabria, inoltre, ha svuotato la struttura amministrativa originaria con il trasferimento della delega dei poteri gestionali a Reggio, depauperando così l’efficacia dei provvedimenti, anche quelli meno strategici e di ordinaria funzionalità quotidiana del nosocomio. In tale scenario, nei giorni scorsi – prosegue Alessandro Nicolò – la Direzione strategica commissariale ha configurato una proposta di pianta organica dei servizi ospedalieri in ottemperanza al ‘decreto 106’, individuando i criteri per la nuova assegnazione del personale medico e paramedico senza l’adozione formale di un atto aziendale, né tenendo in debito conto il documento ufficiale emanato due anni fa, rinunciando allo strumento della concertazione con il territorio per tutelare le reali necessità dell’utenza. Nello specifico – aggiunge Alessandro Nicolò – nella proposta di riorganizzazione della struttura ospedaliera prevista dalla Asp di Reggio Calabria, non sarebbero state individuate strutture complesse, come le Divisioni di Oculistica e di Otorinolaringoiatria, rimaste senza posti letto; sono state cancellate la U.O. di Geriatria e quella di Lungodegenza, che garantivano le prestazioni per i soggetti anziani; è stata depennata Allergologia, tra i migliori riferimenti specialistici della Calabria. Ancora, lo smantellamento dell’ospedale di Locri è testimoniato dalla disattivazione di servizi essenziali quali Diabetologia e Angiologia, che hanno finora garantito adeguate prestazioni ai pazienti di tutto il territorio regionale”.
“Alla luce di questi profili, emerge chiaramente come l’esiguo numero di posti letto di cui dispone l’ospedale – 224 ad oggi – sia di gran lunga inferiore al parametro concesso e standardizzato a livello nazionale (di 3,6 posti letto per mille abitanti) e non possa essere ritenuto sufficiente a rispondere ai bisogni degli utenti. Peraltro, la situazione è aggravata dalle difficoltà di mobilità e dai collegamenti problematici tra la ionica e la città di Reggio Calabria, dalla mancanza di strutture private con posti letto per acuti nelle zone limitrofe. Ultima questione, ma non di importanza minore, l’ospedale di Locri è rimasto l’unico riferimento assistenziale per acuti dell’intero territorio della fascia ionica a servizio di 42 comuni e di quasi 140.000 abitanti!”.
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