Reggio Calabria. Sono passati ben due anni da quando l’ASP 5 ha avviato il processo di riorganizzazione delle strutture residenziali psichiatriche presenti nella provincia di Reggio Calabria, e quello che all’epoca è stato definito un “contratto ponte” cioè un atto giuridico intermedio ad un passaggio di riorganizzazione definitivo della rete dei servizi residenziali che doveva trovare già agli inizi del 2013 il suo avvio, sembra invece essere oggi la soluzione definitiva. Questa Organizzazione che già allora aveva più volte denunciato il percorso intrapreso dagli uffici competenti dell’ASP 5, che andava esattamente nella direzione opposta rispetto a quelli che costituiscono gli elementi basilari verso cui la pubblica amministrazione, in particolare in un settore così importante e delicato, dovrebbe protendere: qualità del servizio reso e ottimizzazione della spesa, ritiene che oggi non si possa più attendere. Il percorso che il Dipartimento di Salute Mentale ha inteso segnare, proponendo ed adottando un modello, peraltro in maniera parziale ed approssimativa, dettato dai contenuti di una delibera di Giunta Regionale N. 141/ 2009, va superato e ridisegnato. L’annuncio di qualche mese fa , della costituzione della consulta psichiatrica all’interno del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASP 5 di Reggio Calabria da parte del suo Direttore, aveva fatto sperare in bene sull’avvio di quel processo di condivisione e ridisegnazione dei servizi territoriali nella salute mentale che vada nella direzione di un’effettiva applicazione dei principi della legge “Basaglia” e quindi verso la ricerca di un’azione volta alla riabilitazione e reinserimento sociale degli Ospiti delle strutture. Guardare alla residenzialità come il buon abitare nelle sue varie forme ed articolazioni, una residenzialità che non può essere disgiunta dai relativi percorsi evolutivi come i gruppi appartamento, le case supportate e più in generale la domiciliarità ovvero un contesto integrato di fruizione e accesso alle opportunità della comunità. E’ in questo quadro che si riafferma la centralità della persona e il suo ruolo centrale nei processi di “guarigione”. Si tratta di sviluppare non solo degli interventi che abbiano un impatto significativo sugli esiti clinici ma anche di assicurare una partecipazione attiva dei “cittadini” che per vari motivi vivono situazioni di estremo disagio (sociale, culturale, lavorativo, ambientale) con conseguente ricorso ai Servizi di salute mentale. Niente di tutto questo è stato fatto. Le storie delle cooperative sono parte determinanti delle pratiche di salute mentale e dovrebbero costituire elemento di affidabilità delle stesse. Le esperienze nate nella provincia di Reggio, con il coinvolgimento della cooperazione sociale , hanno favorito non solo la chiusura del Manicomio , ma anche il superamento della stessa logica custodialistica che impera dietro la cultura manicomiale. E’ da questo che bisogna ripartire. LegacoopSociali Calabria, oggi come ieri , rileva , a gran voce, l’esigenza e la necessità che riavvii da subito il confronto tra i diversi attori coinvolti, quale la cooperazione sociale, le associazioni dei Familiari , le associazioni degli Utenti, il Terzo Settore ed il Dipartimento di Salute Mentale, gli stessi attori che avevano condiviso il progetto di riorganizzazione delle strutture residenziali da Noi proposto. Progetto che individuava il percorso che avrebbe consentito nel tempo, come è stato fatto nelle realtà più avanzate, di ridurre i posti letto e nel contempo – attraverso la creazione di una rete di servizi operanti sul territorio atti a sostenere l’inserimento sociale, ad evitare in molti casi la necessità di ricovero. Tutto questo senza aumentare gli storici e gli attuali livelli di spesa, mantenendo al contempo i livelli di occupazione pregressi, valorizzando le risorse umane attraverso una riqualificazione della spesa e consentendo di fare a meno che in ogni Struttura ci sia la presenza stabile di un responsabile , medico e dirigente dell’ASP 5, che invece potrebbe certamente operare nei Centri di Salute Mentale che in alcune realtà operano con personale ridotto e condizioni organizzative pessime. Esprimiamo, inoltre, forte preoccupazione per il bando pubblicato dal Dipartimento di Salute Mentale per l’affidamento della gestione di servizi per l’attivazione di un Centro Diurno . Prescindendo, in questa sede, da ogni valutazione riguardo le procedure ed i criteri adottati per la “gara”, posto comunque che diversi sono gli aspetti assolutamente censurabili in merito, si evidenzia l’assoluta inadeguatezza dei contenuti. La LegacoopSociali Calabria, ritiene e chiede alle autorità istituzionali preposte che rispetto alla questione intera della riorganizzazione della Psichiatria venga fatta, nei tempi brevi che l’importanza del settore richiede, chiarezza, ripristinando criteri di legittimità e di qualità dei servizi resi e si riserva altresì, anche con il coinvolgimento di altri soggetti del terzo settore, di avviare ogni azione tesa a sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto la problematica in questione ed a sollecitare l’intervento fattivo della pubblica amministrazione.
Lorenzo Sibio
Responsabile Legacoop Sociali Calabria