Reggio Calabria. “Scongiurare il black out dei servizi sociali a Reggio Calabria e in provincia”. È l’invito rivolto alla Commissione Straordinaria, del Vice Presidente del Consiglio regionale Alessandro Nicolò, che giunge a seguito del doloroso annuncio da parte del portavoce del Coordinamento del Terzo Settore, Luciano Squillaci, relativo alla sospensione dei servizi a partire dal 28 Aprile. “Le numerose e competenti esperienze e professionalità coinvolte a vario titolo nell’erogazione dei servizi sociali hanno, con impegno e senso di responsabilità, continuato ad erogare servizi alle fasce deboli della nostra comunità, nonostante le difficoltà economiche ed amministrative derivanti dai mancati pagamenti – o meglio dei pagamenti a singhiozzo – delle loro spettanze. Non si può continuare a fare leva ad oltranza sulla buona volontà e sulla sensibilità degli operatori rispetto al delicato ruolo ricoperto. Occorre dare dignità al lavoro ed ai sacrifici che hanno consentito di mantenere in vita i servizi e rispettare gli impegni assunti, confidando nei quali molti operatori si sono esposti personalmente”. E qui il riferimento alle amare parole di Squillaci che definisce il terzo settore “più povero dei poveri” anche in considerazione delle numerose associazioni che hanno impegnato proprie risorse per evitare la chiusura. “Occorre riprendere il percorso di ascolto e di dialogo costruttivo intrapreso dal Coordinamento con le Istituzioni preposte perché si possano pianificare impegni certi che consentano una boccata d’ossigeno al terzo settore che, peraltro, non chiede che il promesso pagamento delle due mensilità del 2014, posto che le spettanze del 2013 non sono allo stato esigibili per la decisione della Corte dei Conti sul piano di rientro”. “Viviamo un momento in cui le fragilità sociali devono rappresentare una priorità dell’agenda politica – conclude l’Onorevole Nicolò – e per quanto sia comprensibile che la Commissione Straordinaria sia chiamata ad assolvere un compito non facile in un momento di particolare criticità, ritengo non si possano continuare a rimandare soluzioni non ulteriormente rinviabili. Dalle quali discendono gli equilibri sociali, civili ed etici dell’intero sistema cittadino”.
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