Motta San Giovanni. Si è tenuto presso la Scuola Media “F: Jerace” l’incontro “La mafia spiegata ai ragazzi”

Motta San Giovanni (Reggio Calabria). “La mafia spiegata ai ragazzi”, il libro scritto da Antonio Nicaso, è stato al centro di un importante incontro tenutosi il 16 aprile scorso a Lazzaro presso l’aula magna della Scuola Media “F: Jerace” dell’Istituto comprensivo di Motta San Giovanni. La manifestazione, organizzata dallo stesso istituto e dalla Pro Loco del comune di Motta San Giovanni, ha visto protagonisti i ragazzi delle classi II e III media che hanno incontrato l’autore Antonio Nicaso e il Procuratore Capo della Procura di Reggio Calabria Dott. Federico Cafiero De Raho. A fare gli onori di casa, non a caso due donne, la dott. essa Teresa Marino dirigente scolastico e l’avv. Ida Cotrupi presidente della Pro Loco La dott.essa Marino, nel suo saluto, ha sottolineato come “l’incontro rappresenta il momento più significativo del percorso educativo alla cittadinanza e alla legalità intrapreso dall’istituto, che ne ha fatto priorità formativa per tutte le classi, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria, coniugando agli aspetti conoscitivi (studio della Costituzione, approfondimento di tematiche quali la responsabilità e la partecipazione), gli aspetti relazionali”. “È un percorso”, ha aggiunto,” che passa attraverso il rispetto delle regole e la scoperta della bellezza che governa il sistema delle regole stesse: i valori di giustizia, di verità, di liberta, di bene, per tutti e per ciascuno. E la presenza a scuola di rappresentanti istituzionali di così alto profilo svela il senso autentico dell’impegno di chi ricopre ruoli istituzionali; un senso che risiede nel servizio allo Stato, ai cittadini, nel sacrificio, nel dono di sé e che oggi vediamo declinato nella sua forma più bella: l’accompagnamento educativo nell’ascolto e nel dialogo con i nostri ragazzi”. Alle parole del dirigente scolastico sono seguiti i saluti del sindaco di Motta San Giovanni ing. Paolo Laganà e dell’avv. Giovanna Cusumano Presidente della Commissione per le pari opportunità della Regione Calabria. L’incontro con l’autore Antonio Nicaso ha dato ai ragazzi la possibilità di approfondire ulteriormente quanto appreso dalla lettura del suo libro. Il prof. Nicaso si è soffermato sul valore della bellezza e sul senso di sicurezza e di forza che questa regala e di come le mafie utilizzino la bruttezza per indebolire la gente; citando Impastato ha ricordato ai ragazzi che se si insegnasse la bellezza alla gente la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà, per mantenere vivi negli uomini la curiosità e lo stupore. Ha ricordato che nel Settecento le leggi a Napoli garantivano a ogni cittadino il diritto di vedere il mare. Oggi il mare non lo possiamo vedere, perché i politici hanno autorizzato la costruzione anche sulla battigia. Nel suo intervento, intriso di riferimenti storici, ha spiegato ai ragazzi che in Italia le mafie si sono rafforzate perché nel corso degli anni hanno ottenuto una legittimazione sociale e politica. Splendido poi il suo riferimento alla Costituzione Italiana, con la lettura di alcuni articoli e il puntuale riferimento e rimando alla storia del nostro Paese e agli uomini che ne hanno ispirato la stesura: Beccaria, Garibaldi, Cattaneo, Cavour… Bisogna, ha ricordato Nicaso, recuperare la ricostruzione del bene comune con piccoli e grandi gesti quotidiani: questo il primo importante passo per combattere le mafie. Bisogna investire in cultura, sconfiggere l’indifferenza, imparare a rispettare le regole: questa la ricetta per combattere le mafie. Ricco di insegnamenti l’intervento del Procuratore Cafiero De Raho. Partendo dall’esperienza e dall’impegno di Impastato e di don Diana, ha sottolineato quanto sono ridicoli e tribali i riti di coloro che fanno parte delle mafie e di come queste utilizzino la delegittimazione di coloro che le combattono. Imparare fin da piccoli a discernere il bene dal male, studiare, esercitarsi a fare il bene, prendere posizioni contro il male, fare rete, avere consapevolezza del nostro diritto e del rispetto nostra dignità, rispettare le regole, avere il coraggio di denunciare il male: così si inizia a contrastare il potere delle mafie, che sono forti solo grazie all’omertà di tutti. Questa la strada da seguire per il Procuratore Cafiero De Raho. Ricca di emozioni la testimonianza dello chef Filippo Cogliandro, ambasciatore antiracket per la ristorazione italiana nel mondo, che ha raccontato la sua storia di uomo che decide di non pagare il “pizzo” e di come questo sia stato possibile grazie anche all’aiuto della propria famiglia, delle forze dell’ordine e, soprattutto, delle istituzioni dello Stato. Ma i veri protagonisti dell’incontro sono stati i ragazzi con le loro domande puntuali e significative, attraverso le quali hanno dimostrato di avere già interiorizzato il messaggio veicolato dai relatori. Altrettanto significative le risposte che hanno ricevuto e che hanno ulteriormente approfondito e ampliato le loro conoscenze. Ad essi è andato il grazie di tutti per aver dato a ciascuno la possibilità di riflettere e di vivere un momento di vera crescita civile.

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