Reggio Calabria. E’ stata grande la commozione della famiglia Bentivoglio di fronte alla grande folla che questa sera si è radunata di fronte alla Sanitaria San’Elia in occasione dell’ennesima intimidazione diretta alla famiglia Bentivoglio. Un punto, quello su cui sorge la Sanitaria Sant’Elia – a Condera, periferia nord di Reggio Calabria – rimasto vuoto per troppi anni, così come lo stesso Tiberio Bentivoglio ricorderà nel corso dei propri ringraziamenti. Ed è un quartiere, quello di Condera, in cui questa sera è stata organizzata una vera e propria festa, animata dalle bandiere colorate dell’antimafia reggina e da un lungo e ricco buffet offerto dai cittadini e servito dai camerieri del ristorante “L’Accademia” di Lazzaro di Filippo Cogliandro (altro rinomato presidio dell’antimafia alle nostre alture).
Tiberio ed Enza Bentivoglio sono una coppia di imprenditori sui quali si è tanto scritto e tanto parlato. Da circa 20 anni nemici della ‘ndrangheta locale, sono stati per questo vittime di una lunga sequela di attentati che hanno, in diverse occasioni, distrutto la loro attività commerciale, la Sanitaria Sant’Elia appunto. Non ultimo l’attentato del 9 febbraio 2011, in cui la ‘ndrangheta attentò alla vita di Tiberio Bentivoglio ferendolo gravemente ad una gamba. Da 20 anni i Bentivoglio vivono sull’orlo di un precipizio, senza essere mai ancora del tutto caduti.
I Bentivoglio da anni denunciano l’abbandono dello Stato, delle istituzioni e, non ultimi, dei concittadini, rimasti indifferenti ai gridi di allarme e persino al tentato omicidio di Tiberio stesso. Fino a questa sera.
Certo, duecento persone sono sempre troppo poche rispetto alla vastità del territorio comunale, ma rispetto agli anni in cui la Sanitaria è rimasta isolata nel silenzio e nel buio tipico di un palcoscenico sul quale di stagione in stagione va in scena uno spettacolo triste che una volta calato il sipario finisce nel dimenticatoio è già un grande risultato. Un risultato che commuove ed emoziona i coniugi Bentivoglio, ma anche chi la coppia la conosce e la frequenta da tanti anni.
Sono tanti, tantissimi i saluti e i “doni” solidali giunti questa sera alla Sanitaria Sant’Elia. A coordinare l’incontro e a scandire gli interventi è Mimmo Nasone, coordinatore regionale di Libera che ha ringraziato le forze dell’ordine per il lavoro sin qui svolto e che ha invitato i giornalisti a continuare a raccontare le storie come quelle della famiglia Bentivoglio, a dare spazio alla cronaca e alle cattive notizie così come a quelle buone: “Questa sera siamo circa duecento – ha infatti dichiarato – quindi siamo duecento buone notizie”. Ad inviare il proprio messaggio anche il ministro degli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta: “Tiberio è il simbolo positivo di una Calabria che vuole cambiare e non soffocare. La sua è una storia di coraggio, a testimonianza che si può e si deve migliorare”. Commovente l’abbraccio del sindaco di Condofuri Salvatore Mafrici – stasera in veste anche di rappresentante di Avviso Pubblico – che ha consegnato simbolicamente a Tiberio la sua fascia tricolore: “Se siamo ancora a questo punto è perché chi ha amministrato fino a questo momento è stato miope. Ricordiamo sempre che la lotta alla mafia parte sì dai territori, ma soprattutto deve trovare terreno fertile nei palazzi romani”. Francesco Spanò, coordinatore provinciale di Libera, guarda al futuro con positività e speranza: “Questa sarà una primavera di impegno – dichiara – ricominceremo con la nostra campagna per il consumo critico, busseremo alle porte di tutti i commercianti di Reggio Calabria. Non siamo qui per compiere gesti straordinari, ma siamo convinti che dalla libertà di chi fa impresa dipende la nostra libertà”. Stretti intorno a Tiberio i familiari delle vittime di mafia associati a loro volta a Libera: “Per noi questa è una serata importante perché anche noi spesso ci siamo sentiti da soli. Ci auguriamo che questa serata sia solo l’inizio e che non ci si dimentichi mai più delle vittime di mafia. Ma soprattutto ci auguriamo che si smetta di esibire la sofferenza delle persone: la solidarietà va fatta sentire in maniera diversa”.
Agli interventi sono seguiti gli omaggi: libri e piantine di buon auspicio, in riferimento alla poesia scritta da Tiberio e contenuta nelle primissime pagine del libro “Colpito”: “…Datemi altri semi, ricomincerò”). Sandro Vitale, dell’Anpi di Reggio Calabria, ha omaggiato Enza Bentivoglio con un mazzo di fiori. Proprio Enza, donna minuta e viso d’angelo, a seguito dell’attentato che nel 2005 distrusse la Sanitaria, prese in mano le redini dell’attività in un momento di grande sconforto per il marito: si fece prestare la corrente elettrica dal negozio vicino e continuò a vendere la merce fuori dal negozio.
“Sono felice di vedervi qui – dichiarerà Tiberio a conclusione del ciclo di interventi – siete riusciti a farmi passare un po’ la rabbia. Avete riempito un quartiere rimasto vuoto per tanti anni”.
Sul quartiere Condera, questa sera, le luci della festa hanno sfidato la ‘ndrangheta e la Sanitaria Sant’Elia sembra improvvisamente che abbia davanti a sé altri venti anni di lunga vita davanti. E Tiberio ed Enza Bentivoglio finalmente abbracciati dai loro concittadini, in una Reggio sulla quale stasera – nonostante il maltempo – sembra sia tornata a splendere la primavera. Una Reggio finalmente davvero bella e gentile.
Giulia Polito