Catanzaro. Sono iniziati in Villa Margherita i lavori di “ripulitura” del busto marmoreo di Antonio Greco, visibilmente attaccato dalle muffe. Curati dal Rotary Club Catanzaro Tre Colli, in occasione della celebrazione del decennale, i lavori sono eseguiti da due docenti della scuola di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Cinzia Nania e Giovanni Polimeni. L’operazione rientra in un accordo sottoscritto dal Comune e dal Rotary. “L’opera – hanno spiegato i docenti – risulta danneggiata in molte parti da chiazze di muffa, che sono una conseguenza naturale della vegetazione da cui è circondata”. Il primo intervento sarà caratterizzato dall’uso di sostanze capaci di ripulire la statua. Tutte le parti che, al momento, risultano danneggiate saranno trattate singolarmente e l’opera sarà virtualmente suddivisa in tanti piccoli strati in modo che si possa agire su ognuno di essi con la massima precisione. Parte dei materiali utilizzati per l’intervento manutentivo, che sarà terminato entro la fine del mese di maggio, sono stati acquistati fuori regione, mentre altre sostanze sono state – ha spiegato la professoressa Nania – miscelate e dosate in base alle esigenze. Antonio Greco, affiliato alla “Giovine Italia”, prese parte attiva ai moti risorgimentali e, nel 1948, fece parte del governo provvisorio. Perseguitato dalla Polizia borbonica, fu costretto a espatriare e sul suo capo fu messa una taglia e i suoi beni furono confiscati. Nel suo lungo pellegrinare dell’esilio, che ebbe per tappe Corfù, Malta, dove fu iniziato massone nella loggia palermitana “I rigeneratori”; ma anche Genova, Marsiglia, la Svizzera ed il Piemonte, visse insegnando Filosofia e Letteratura italiana. Nel 1843 si convertì al protestantesimo e si sposò in Francia con il rito civile. Nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille e fu nominato prodittatore di Catanzaro. Nel primo Parlamento nazionale fu deputato ed è ricordato per l’impegno profuso nell’espletamento del mandato parlamentare ove si batté per gli interessi della Calabria e contro la pena di morte e combatté il potere temporale del Papa. Nei primi anni Sessanta, fu tra i fondatori della loggia “Tommaso Campanella” all’obbedienza del Consiglio supremo di Palermo. Scrisse, tra l’altro, “Memorie e documentari da servire per la storia della guerra dell’indipendenza italiana”.