Reggio Calabria. Già da qualche giorno le forze speciali della Marina Militare stanno recuperando il tritolo custodito nel relitto della “Laura C”, la nave affondata a largo di Saline Joniche, sulla costa reggina, durante la seconda guerra mondiale, e che da allora ha rappresentato la “polveriera” della ‘ndrangheta. A dare impulso all’operazione di recupero è stata la DDA di Reggio Calabria. Da ultimo, infatti, lo scorso 9 aprile la DDA ha portato a termine un’indagine, denominata “operazione TNT”, condotta dai Carabinieri e dalla quale è emerso che alcuni indagati erano entrati in possesso di un quantitativo di tritolo proveniente dal relitto. Di qui, evidentemente, la saggia decisione della Procura distrettuale di “disarmare” definitivamente il relitto, togliendo così il “giocattolo” alle cosche.
Da qualche giorno, con la supervisione della Prefettura e della la Polizia di Stato delegata appositamente, i subacquei del Comsubin si stanno immergendo per eseguire l’operazione. Il “Comando subacquei e incursori” (suddiviso nel gruppo operativo incursori ossia l’unità di attacco e nel gruppo operativo subacqueo, ossia l’unità di palombari e subacquei) rappresenta l’elite della Marina Militare (unico reparto della Marina a far parte delle forze speciali italiane), storicamente deriva dalla X Flottiglia Mas, tuttora legata al ricordo dell’ufficiale Teseo Tesei, caduto in combattimento nel 1941, dal quale prende il nome ufficiale di “Raggruppamento subacquei e incursori Teseo Tesei”.
I sub stanno incontrando grosse difficoltà a causa delle correnti, e stanno provvedendo a recuperare tutto ciò che sia materialmente raggiungibile. Sono già stati sequestrati diversi panetti di tritolo, ma si attende l’esito dell’operazione per un conto più preciso. Le operazioni si protrarranno ancora per una settimana.