Processo Alta Tensione 2. Il testimone in aula riferisce accordo tra on. Nucera e Condemi: “Un posto di lavoro in cambio dell’appoggio elettorale”

Reggio Calabria. Il testimone in aula riferisce l’accordo del candidato a consigliere regionale Giovanni Nucera: un posto di lavoro in cambio dell’appoggio elettorale. E’ accaduto ieri all’udienza del processo Alta Tensione 2, che si sta celebrando dinanzi al Tribunale di Reggio Calabria e che vede imputati tra gli altri l’ex assessore comunale Giuseppe Plutino. Nel corso dell’udienza è stato chiamato a testimoniare Giuseppe Nucera, teste indicato dalla difesa di Domenico Condemi, al quale successivamente la difesa aveva rinunciato scontrandosi però con l’opposizione del pm Stefano Musolino, che ha chiesto e ottenuto invece di sentirlo.
Giuseppe Nucera faceva parte della segreteria politica dell’onorevole Giovanni Nucera, attuale segretario questore del Consiglio regionale, e lo stesso Giuseppe Nucera è stato candidato, in quota a Giovanni Nucera, per le elezioni comunali del 2011.
Il testimone, interrogato dal pm, ha riferito di avere ascoltato con le sue orecchie l’accordo che era stato stipulato tra l’onorevole Giovanni Nucera e Giuseppe Condemi, padre degli imputati Domenico e Filippo Condemi. Secondo il racconto del testimone l’accordo prevedeva che la famiglia Condemi avrebbe appoggiato elettoralmente Giovanni Nucera alle elezioni regionali del 2010 in cambio di un posto di lavoro che a sua volta Nucera avrebbe assicurato a uno dei due figli di Giuseppe Condemi.
Inoltre il testimone ha aggiunto che, stabilmente, all’interno della segreteria politica di Giovanni Nucera, vi era una “struttura organizzativa” che si occupava di quelle che lo stesso teste ha definito “attività sociali”, ossia varie attenzioni volte al soddisfacimento delle esigenze di occupanti delle case popolari, i quali poi, sempre secondo il racconto del testimone, venivano schedati e ricontattati al momento delle elezioni ricordandogli che, in cambio dell’attenzione alle loro istanze per le case popolari che l’onorevole Nucera gli aveva riservato, dovevano votarlo. Il testimone ha riferito, addirittura, che almeno in un’occasione fu detto: “Quanti siete in famiglia, cinque? Mi dovete portare 10 voti”, uno in più per ogni componente della famiglia.
All’udienza dello scorso 5 febbraio, lo stesso Giuseppe Condemi, citato anch’egli a discarico dalla difesa, aveva affermato di avere ricevuto richiesta di appoggio elettorale da Giovanni Nucera, e di avergli offerto tale appoggio, venendo interrotto dal pm che ha ipotizzato il reato di corruzione elettorale.
f.p.
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