Centri per l’Impiego. Nuovo appello al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Reggio Calabria. Il comitato spontaneo dei lavoratori precari presso i Centri per l’Impiego della Provincia di Reggio Calabria, vincitori di concorso per titoli ed esami espletato nel 2008, che ha aderito per affinità al Comitato Nazionale XXVII Ottobre, che nasce con l’obiettivo di tutelare a livello nazionale i diritti di tutti i vincitori ed idonei di pubblico concorso ancora in attesa di assunzione, dopo quasi tre anni, dall’impegno assunto all’unanimità da parte del Consiglio Regionale il 7 ottobre 2011 con la mozione nr.53, con cui, si è proposto “l’invito alla creazione di un tavolo tecnico tra Regione, Provincia e sindacati per poter discutere della problematica”, in ragione della “preoccupazione” e “dell’ attenzione” sull’argomento, che è rimasto lettera morta, si rivolge nuovamente e direttamente al Presidente del Consiglio Matteo Renzi per ottenere tutela e garanzia, non per vantare un “privilegio”, bensì per un diritto fondamentale dell’uomo qual è quello al lavoro e che coinvolge tutti i lavoratori dei Centri per l’Impiego (e non già solo una parte), sia coloro che hanno proseguito nel servizio, sia coloro che hanno un contenzioso pendente davanti gli organi giurisdizionali, tra gli altri, il Tribunale Civile di Reggio Calabria e di Palmi, in quanto vincitori di concorso nel 2008 ed illegittimamente sostituiti con un nuovo concorso nel 2011: quest’ultimi – dicono gli interessati – non siamo esseri invisibili.

La Costituzione italiana individua nel lavoro il titolo fondamentale di appartenenza e di partecipazione alla vita della comunità e riferimento essenziale per lo sviluppo della personalità umana come individuo singolo e/o come membro di una famiglia.
Il riconoscimento del diritto al lavoro, collegato ad esigenze di ordine personale e a valori di natura sociale, si richiama, infatti, al principio di uguaglianza sancito dall’art.3 della Costituzione, per garantire tutti i lavoratori, rispetto ai quali lo Stato si assume l’’obbligo di rimuovere gli ostacoli impedienti la loro partecipazione alla vita collettiva.
Il nuovo appello rivolto al Presidente Consiglio dei Ministri Matteo Renzi per sensibilizzare il Presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa sul problema del diritto al lavoro che riguarda tutti i lavoratori dei Centri per l’Impiego, senza distinzioni, è attuale, per l’impegno assunto dal Governo sin dal mese di agosto 2013, in materia di agevolazione della stabilità dei rapporti di lavoro pregressi, in ragione dell’applicazione del Hyperlink “http://www.altalex.com/index.php?idnot=64278” D.L. 101/2013. Con questo provvedimento si punta all’assunzione a tempo indeterminato dei precari più meritevoli, che hanno maturato 36 mesi di anzianità di servizio nell’ultimo quinquennio 2008 – 2013, da valorizzare ed assorbire attraverso procedure di reclutamento speciali a mezzo della riserva di posti. Ma vi è di più! La circolare del ministeriale n° 5 del 21 novembre 2013, firmata dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, è divenuta pienamente operativa e fornisce i primi indirizzi sull’adozione da parte delle Amministrazioni pubbliche delle misure finalizzate al superamento del precariato.
Il decreto – si legge nella premessa dell’atto normativo di dettaglio – si colloca nell’ambito delle misure necessarie e urgenti del Governo, finalizzate a razionalizzare ed ottimizzare i meccanismi assunzionali, valorizzando anche l’esperienza professionale maturata con contratti a tempo determinato” ed atipici.
Nel caso specifico i numeri sono abbastanza esigui ed infinitesimali in termini di percentuale se si considera che a fronte di un organico di oltre 1.500 dipendenti a tempo indeterminato dell’ente, nei centri per l’impiego indicati, questa problematica, proprio perché riguarderebbe 66 unità in servizio e solo le altre 10 unità non in servizio, ricorrenti davanti al giudice ordinario, è divenuta più un fatto umano nella sua semplicità più vera, che politico come qualcuno ha, impropriamente, voluto fare credere. Chi non condivide la profondità di questo messaggio e di questo principio di uguaglianza tra i lavoratori o, peggio, non riesce ad imporlo ai propri burocrati, farebbe meglio a dimettersi da incarichi sindacali e/o politico – istituzionali, consegnando la parola ai cittadini, elettori, come è stato già fatto e, bisogna riconoscere, con molta più dignità e con lo spessore umano di pochi, seppur per altre motivazioni ed in altro contesto, dal Governatore della Regione Calabria. Il coraggio e la coerenza sono virtù che hanno poche persone. Questi ultimi soggetti privilegiati lo hanno potuto forse già sperimentare nella loro attività agonistica vissuta da giovani, perciò, utilizzando una metafora calcistica, possono riuscire ad abbandonare il campo di gioco dopo il 90’, pur avendo perso quella partita, con la maglia bagnata e con la coscienza di aver dato tutte le proprie energie sul rettangolo di gioco, in ogni istante, tra gli applausi dei propri tifosi, nonché con la consapevolezza che si è potuta perdere una gara, ma il campionato (della vita) è ancora lungo.
E’ sorprendente che un fatto che ha una così pregnante dimensione umana e non politica sia stato ignorato dal Presidente della Provincia Giuseppe Raffa il cui percorso personale è stato sempre quello di una persona sensibile, vicina agli ultimi ed ai bisognosi. Bisognerebbe sperare che il personaggio manzoniano di Fra Cristoforo possa incarnarsi nelle vesti dell’attuale rappresentante provinciale, per dare un “colpo di reni” alla burocrazia provinciale, su un tema così tanto delicato, evitando il rischio di finire la Legislatura nelle vesti di Don Abbondio.
Pertanto, il comitato dei vincitori del 2008, in conclusione si rivolge al Governo nella persona del Suo Presidente del Consiglio Matteo Renzi ed a tutti i Senatori e Deputati calabresi, perché nel rispetto del principio di sussidiarietà e di leale collaborazione ex art. 120 cost. si possa attivare, in sinergia con la Provincia di R.C. e la Regione Calabria, un percorso “concertato” per concretizzare le “procedure di conciliazione presso i tribunali” al fine di programmare la stabilizzazione del posto di lavoro, già avvenuta a Cosenza e Catanzaro, per tutti i 76 lavoratori (66 + 10) con la rinuncia per alcuni agli atti giudiziari al buon esito del procedimento, al fine di non gravare sulle già instabili casse provinciali, con grave danno e responsabilità erariale, per eventuali procedure sanzionatorie nel caso di accoglimento della domanda dei lavoratori, nella prosecuzione dei giudizi in corso.
Errare umanum est, perseverare autem diabolicum, et tertia non datur.

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