Reggio Calabria. La Sesta sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio, accogliendo i motivi del ricorso presentato dall’avv. Michele Albanese, la misura cautelare personale applicata a Vincenzo Giovanni Fazia nell’ambito dell’operazione Araba Fenice, condotta nel novembre scorso dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, che portò all’arresto di 47 persone e al sequestro di 14 società e beni per 90 milioni di euro colpendo la cosiddetta zona grigia. Tra i 47 arrestati, infatti, figuravano per lo più professionisti e imprenditori secondo l’accusa a vario titolo collegati alle locali cosche di ‘ndrangheta della città di Reggio Calabria. Vincenzo Giovanni Fazia, difeso dall’avv. Albanese e dall’avv. Francesca Macrì, era stato destinatario di ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, accusato di interposizione fittizia aggravata dalle finalità mafiose. L’uomo, che possedeva una ditta di impianti elettrici, secondo l’accusa sarebbe stato una testa di legno di Domenico Serraino. Il 26 giugno prossimo, la Cassazione sarà chiamata a giudicare anche il ricorso sulla misura reale, ossia il sequestro della ditta di Fazia.
Fabio Papalia