Rossano. Conferimento rifiuti: Antoniotti aderisce a proposta sindaci per impugnare decreto al Tar

Compattatore rifiuti

Rossano (Cosenza). La rimodulazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani rischia di mettere in ginocchio i comuni calabresi. La Regione Calabria raddoppia e, in alcuni casi, triplica le tariffe, dimenticandosi delle sciagure che la gestione del sistema ha prodotto in oltre quindici anni di commissariamento e che, oggi, stanno avendo un epilogo ancora più disastroso. Non si può consentire ad un decreto dirigenziale di mettere sul lastrico le comunità calabresi solo per salvare i bilanci di un Ente che, al contrario, per lunghi anni, ha sperperato risorse senza offrire una soluzione al problema. La Giunta regionale, allora, arroghi a sé il diritto, sancito per legge, di rimodulare le tariffe e adeguarle alle palesi difficoltà dei comuni che stanno mettendo in cantiere diverse e nuove iniziative per rilanciare la raccolta differenziata. Non si può pensare di far pagare 200euro per ogni tonnellata di rifiuti conferiti. E per Rossano si prospetterebbe, per l’annualità 2014, una spesa di oltre 2,8milioni.
È quanto dichiara il sindaco Giuseppe Antoniotti aderendo alle iniziative promosse dall’Anci Calabria e dai singoli Comuni per contrastare una scelta che rischierebbe di mandare in dissesto diversi comuni della Regione.

Il fallimento della politica dei rifiuti in Calabria – dichiara il Primo cittadino – è il risultato di oltre quindici anni di gestione fallimentare del settore. A tutti i livelli. Da un lato i comuni, che non hanno saputo trasmettere quella responsabile cultura della differenziata ai cittadini; dall’altro la Regione, che ha fatto di tutto per non garantire i servizi necessari affinché gli sforzi messi in atto dagli enti locali nella gestione degli rsu venissero ancor più incentivati. E a Rossano abbiamo gli esempi più concreti di questa incapacità gestionale. Con una discarica, nata per essere il collettore di un consorzio ristretto di comuni e poi asservita all’emergenza regionale. Con un impianto di trattamento tecnologico – ricorda ancora Antoniotti – costruito per riqualificare i rifiuti differenziati e mai entrato in funzione; per finire, poi, all’area di conferimento di contrada Olivellosa, mai stata bonificata. Ecco cosa ha prodotto la politica cieca della Regione Calabria, in questi lunghi anni, in ambito rifiuti. E oggi, quasi a voler posare la ciliegina sulla torta, oltre al danno rincara anche la beffa. Il procedimento adottato dagli uffici regionali è molto semplice e diabolico: per pagare le sanzioni della Comunità europea sul mancato raggiungimento della soglia del 65percento di differenziata, fissata per legge, batte cassa ai comuni, raddoppiando e triplicando le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e dell’umido, portandole rispettivamente da 91,84 € a 198,39 € e da 34,65 € a 105,26 € a tonnellata. Proprio come se la colpa fosse solo dei Comuni. Una vergogna, che non considera le emergenze del sistema regionale, alle quali hanno dovuto far fronte i comuni, anche quelli virtuosi, impossibilitati a conferire i rifiuti e costretti, di conseguenza, a mandare in fumo tutta la programmazione messa in piedi con sacrificio. Oggi che molti Enti locali, come Rossano – prosegue ancora Antoniotti – hanno invertito la rotta e investito ingenti risorse per adeguarsi alle normative europee, serve un sussulto di dignità. La Giunta regionale – conclude Antoniotti, rinnovando un invito più volte rivolto in questi ultimi mesi alla classe di governo calabrese – almeno in questo ultimo scorcio di mandato, ritorni a dare risposte alle esigenze delle comunità calabresi, evitando un salasso ingiusto per i cittadini. Lo stesso Consiglio regionale faccia sentire forte la sua voce e dissenta chiaramente dalle scelte varate da questo decreto.

Nel frattempo, il Sindaco Antoniotti ha aderito alla proposta di altri colleghi sindaci calabresi di ricorrere davanti al Tar Calabria per impugnare il decreto dirigenziale n.5823/2014. In quanto la legge regionale n.18 del 12 aprile 2013 demanda espressamente alla Giunta regionale e non al decreto dei dirigenti, la competenza a rimodulare le tariffe in materia di rifiuti.

 

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