Palermo. Operazione Fiume: i dettagli sull’operazione antimafia della Dia contro la famiglia dello Zen

Palermo. Il Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Palermo, attraverso il monitoraggio del fenomeno mafioso sul territorio cittadino e l’attività di analisi sulla realizzazione dei reati associativi, con particolare riferimento al traffico di sostante stupefacenti, nei quartieri palermitani dello Zen, di Pallavicino e di San Lorenzo, ha individuato numerosi personaggi che, a vario titolo e ricoprendo diversi ruoli in seno all’aggregato criminale, risultano coinvolti nella commissione di reati di rilevante gravità, quali l’associazione mafiosa, il traffico di stupefacenti e le estorsioni.
L’attività di indagine, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, procuratori aggiunti Teresa Principato e Vittorio Teresi, rivelatasi alquanto complessa ed articolata, ed ancor più, se si considerano le aree sottoposte a controllo, difficile e a volte di impossibile infiltrazione da parte delle Forze dell’Ordine, ha trovato anche riscontro nelle convergenti dichiarazioni rese da tre collaboratori di giustizia “indigeni” che, indicando i nuovi assetti in seno alla famiglia mafiosa dello Zen, hanno rinforzato quanto sino ad allora accertato dalle investigazioni, molte delle quali di natura tecnica, effettuate dal personale della Dia di Palermo.
I Pubblici Ministeri, titolari dell’indagine relativa alle attività illecite poste in essere dalla “famiglia”, hanno richiesto al locale Ufficio del gip l’emissione di misura cautelare in carcere per i soggetti emersi, ritenuti a vario titolo responsabili dei reati sopra indicati.
Il gip del Tribunale di Palermo, Maria Pino, l’11 giugno corrente, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere (nr. 10754/13 RGGIP), nei confronti di 17 soggetti, di cui 5 detenuti.
Il principale indagato è Guido Spina, 49enne palermitano, già agli arresti domiciliari, indicato quale presunto appartenente all’organizzazione criminale denominata “cosa nostra”, presunto capo della famiglia mafiosa dello Zen, dedito alle attività criminali tipiche, con particolare riferimento al traffico di sostanze stupefacenti ed alle estorsioni.
Guido Spina, nel corso delle indagini, è risultato coadiuvato nell’organizzazione e gestione delle attività illecite dai palermitani Vincenzo Cosenza, 43enne, e Nicolò Cusimano, 34enne.
Spina Guido avrebbe garantito ai vertici del mandamento mafioso di San Lorenzo-Tommaso Natale il controllo del traffico di stupefacenti nel territorio dello Zen; avrebbe gestito, nell’interesse di quel mandamento, il “toto nero” nonché la collocazione di “macchinette” e “video poker” e la riscossione delle relative entrate, ha curato la riscossione del “pizzo”.
Il 14 febbraio 2013, personale della Dia di Palermo e della locale Squadra Mobile, in esecuzione di decreto di fermo di indiziato di delitto, ha tratto in arresto 14 soggetti del quartiere Zen ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, di estorsione aggravata, violazione di domicilio e violenza privata. Tra i fermati, anche due dei tre figli di Guido Spina, Angela ed Antonino, tratti in arresto oggi. Durante quelle indagini, per esigenze investigative tese a non comprometterle, il Centro Operativo ha fornito mirate indicazioni ad altri Uffici di Polizia di Palermo e provincia, al fine di procedere a due distinte operazioni di polizia giudiziria, nel corso delle quali è stato sequestrato un ingente quantitativo di cocaina, oltre 4 kg, e sono stati arrestati tre soggetti, tutti direttamente collegati al sodalizio attenzionato.
Nel corso delle investigazioni è emerso come l’abitazione/villa dello Spina, una vera e propria roccaforte, dotata di sofisticati sistemi di sicurezza, fungesse da vero e proprio supermercato della droga “all’ingrosso e al dettaglio””: acquisto e vendita di grossi quantitativi di stupefacenti, cocaina ed hashish, compresa la preparazione, il taglio ed il confezionamento. Una perfetta catena di montaggio, dove tutto il nucleo familiare dello Spina era coinvolto, compresi i minori della famiglia, spesso utilizzati quale “diversivo” per facilitare i viaggi, finalizzati all’approvigionamento di partite di droga e, comunque, presenti in casa, nel corso dello svolgimento delle varie attività illecite.
Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata data esecuzione al decreto di sequestro preventivo relativo a beni mobili, immobili e rapporti finanziari, ricadenti in capo alla famiglia Spina ed ai suoi sodali, individuati dalla Dia nel corso delle investigazioni.

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