Reggio Calabria. Si è svolto negli accoglienti locali della Chiesa di San Giorgio al Corso, promosso dal CIS della Calabria, il settimo incontro del percorso Quattro passi … nel mondo antico, incontro che in occasione delle rappresentazioni classiche programmate a Siracusa per la stagione 2014, è stato dedicato al teatro classico e precisamente all’Orestea di Eschilo e Le Vespe di Aristofane. Dopo i saluti della dr.ssa Loreley Rosita Borruto, presidente del CIS e una breve introduzione di Maria Quattrone, curatrice del percorso, ha preso la parola in qualità di relatrice la prof.ssa Paola Radici Colace, ordinario di Filologia classica presso l’Università di Messina. Ella ha evidenziato come le tre tragedie, che compongono l’Orestea, Agamennone, Coefore ed Eumenidi siano parte di un unico dramma strutturalmente concatenato e sequenziale. Agamennone, tornato in patria al termine della guerra di Troia, viene ucciso dalla moglie Clitemnestra, bramosa di vendicarsi della morte della figlia Ifigenia, da lui sacrificata agli dei per ottenere venti favorevoli alla spedizione. Nelle Coefore, che si apre con un corteo di ancelle che portano libagioni al sepolcro del defunto Agamennone, Oreste di ritorno dall’esilio viene riconosciuto dalla sorella Elettra. Entrambi i fratelli meditano la giusta punizione del parricidio, ma è Oreste a vendicare nel sangue la morte del padre uccidendo la madre Clitemnestra ed Egisto, amante di lei. Oreste viene, quindi, perseguitato dalle Erinni, divinità femminili ctonie , simboleggiate da Arpie, in eterno conflitto con le divinità maschili . Ma interviene Atena che istituisce l’Areopago, tribunale di saggi deputati a punire i reati di sangue. Atena vota a favore di Oreste, che ha obbedito ad Apollo nell’uccidere la madre e fa pendere la bilancia per la sua assoluzione. Le Erinni avranno i loro culti e i loro riti in Atene, cui assicureranno pace e prosperità, trasformandosi da divinità della vendetta e dell’odio in divinità benevole protettrici della città. Le tragedie secondo parecchi critici tracciano l’evoluzione della società umana che ancorata a leggi arcaiche e primitive, quali quella del taglione, del sangue che grida vendetta e chiama altro sangue, gradualmente se ne libera passando all’era della giustizia, amministrata dal tribunale ateniese. Con le Vespe di Aristofane l’atmosfera è diversa, decisamente comica e la commedia è imperniata non solo sul conflitto generazionale che contrappone i figli ai padri (nella fattispecie AbbassoCleone a VivaCleone che nonostante l’età avanzata vuole continuare a fare il giudice) ma anche sugli eccessi e gli abusi nell’esercizio della giustizia. La prof. Colace ha illustrato, infine, le caratteristiche del teatro greco, la sua funzione catartica, la partecipazione ad esso delle varie classi sociali etc.. L’incontro è stato arricchito da un suggestivo video realizzato dal prof. Nicola Petrolino e ha, infine, registrato la partecipazione di un folto e interessato pubblico che al termine ha dato vita ad un animato e vivace dibattito.
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