Chiusura sedi staccate Tar. Chizzoniti tuona contro il “furore islamico riformista”

Reggio Calabria “Per comprendere adeguatamente ‘la capacità dei legislatori’ è sufficiente richiamare il raffinato concetto espresso dal Prof. Guido Astuti rispetto agli artefici della unificazione amministrativa del Regno d’Italia: ‘piuttosto modesti, limitati, inadeguati alle esigenze di una moderna Democrazia Liberale, popolare, progressiva nonché inidonei a governare gli sviluppi ulteriori dello Stato Italiano’. Una realtà quella, purtroppo ancora oggi drammaticamente attuale, anche solo a voler considerare superficialmente l’animus rerum mutatio cavalcato dal Premier Renzi, sempre più ghiotto di utopie”. E’ quanto scrive il presidente della Commissione speciale di Vigilanza, avvocato Aurelio Chizzoniti intervenendo in merito alla preannunciata abolizione delle sedi staccate dei Tar (Tribunali amministrativi regionali). Nella missiva indirizzata al Presidente della Repubblica on. Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio dei Ministri on. Matteo Renzi, al Ministro della Giustizia on. Andrea Orlando, al Ministro per gli Affari regionali, on. Maria Carmela Lanzetta e al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio on. Marco Minniti, il presidente della Commissione di Vigilanza afferma: “Nobilitato da innegabili difficoltà finanziarie, il furore Islamico riformista – peraltro incastonato in una ottica ‘piemontese’ dell’Unità d’Italia – esalta la politica anti sprechi, eliminando per decreto, in primis, i vertici della Magistratura Ordinaria. Questi ultimi rei di disporre di un cervello ben funzionante anche all’età di 75 anni al contrario di tantissimi politici quarantenni abbondantemente decerebrati. In secundis, si rivitalizzano strategie neo centraliste, sorprendentemente ritenendo che ‘il pianeta Giustizia’ sia la fonte primaria del dissesto finanziario. Alla luce di questo singolare convincimento – evidenzia l’esponente politico – non solo si cacciano le apicalità della Magistratura Ordinaria (non alleggerendo ma caso mai appesantendo l’erario visto ché ai licenziandi si dovrà corrispondere comunque la pensione ed anche la congrua liquidazione oltre allo stipendio rimodulato ai subentranti), mentre sul versante di quella amministrativa, si innova restituendola ad una ‘moderna’ visione ottocentesca, sopprimendo le sezioni decentrate (appena otto in tutta Italia di cui quattro operanti nel profondo Sud) dei TAR Regionali. Tutto questo ovviamente – prosegue Chizzoniti – mentre imperversa l’evasione fiscale, il mercato del lavoro è asfittico, le multinazionali scappano dall’Italia e i manager pubblici, al di là degli slogan, continuano a percepire stipendi fiabeschi, liquidazioni dorate ecc. ecc…. ‘De minimis non curat praetor’!!! – mai motto fu così calzante”. Nella lettera, inviata anche alla deputazione calabrese, ai vertici della Regione, ai capigruppo consiliari, ai consiglieri regionali, ai segretari regionali dei partiti, ai sindaci e al Presidente della Provincia di Reggio, al Presidente della Camera di Commercio e agli ordini professionali della stessa provincia, alle Segreterie regionali dei Sindacati e al sindaco di Catania Enzo Bianco, Aurelio Chizzoniti sottolinea: “In questo contesto, caratterizzato da un sorprendente furore Islamico anti TAR si dimentica che la sezione decentrata del TAR di Catania, pur essendo tale, smaltisce una mole di lavoro impressionante, collocandosi al sesto posto in Italia e quindi precedendo abbondantemente tantissimi Tribunali Regionali. Ragion per cui può ben comprendersi l’irrazionale quanto contraddittoria rivoluzione culturale che si pone in palese contrasto con le blaterazioni inneggianti al decentramento che hanno caratterizzato la politica degli ultimi vent’anni”. E così, secondo Chizzoniti, “per la realizzazione del pur irrinunciabile intento di contenimento della spesa pubblica il Presidente del Consiglio (o chi per lui) ricorre alla sconcertante mutilazione dei TAR, nonostante l’assoluta inesistenza del benché minimo risparmio sui costi di funzionamento della sopprimenda sezione reggina. Ospitata – sostiene il presidente – in un bene demaniale a zero euro e dotata di un archivio autonomo. Ma, poiché trattasi di peculiare argomento sembra surreale – asserisce Chizzoniti – che in un mare magnum di sprechi ed in una cornie che scandisce una alquanto ridotta capacità politica di programmare e realizzare al meglio le risorse e gli interventi infrastrutturali, Renzi abbia – sic et simpliciter – immaginato di risparmiare (?) proprio sui TAR decentrati. Il sospetto è che il biasimo e l’avversione agli stessi – sostiene il presidente della Commissione di Vigilanza – possa essere alimentato da qualche Magistrato della Giustizia Amministrativa magari in forza allo staff governativo che per ‘il gusto sadico’ di togliersi qualche sassolino dalle scarpe (quale potrebbe essere quello di eliminare qualche collega scomodo in carica in una delle otto sezioni sopprimende), abbia ponderato con astuzia volpina di risolvere il problema suggerendo una opportuna e risolutiva ‘soppressione di massa’, umiliando contestualmente il più ispirato Richelieu!. È soltanto una riflessione frigido pacatoque animo – tiene a rimarcare l’esponente politico – utile anche ad approfondire l’inconsistenza del reale risparmio conseguente all’accentramento in atto avviato all’insegna di una opzione imperiale della politica senza neanche avvertire la sensibilità di consultare chicchessia, ignorando comunque le realtà territoriali interessate, le organizzazioni sindacali, esponenti istituzionali, ordini professionali ecc…ecc….”. “Ne deriva che la città di Reggio sarebbe l’unica città Metropolitana senza TAR, a meno che – rilancia Chizzoniti – non si intenda revocare anche tale status faticosamente conquistato!!. Sul punto appare quanto mai pertinente uno dei tanti aforismi ispirati dal mitico Schopenhauer: ‘così come sono assai diffuse le persone che scrivono, altrettanto rare sono quelle che pensano’. Infatti, la cultura che rifiuta l’analisi dei problemi, che procede per investitura teocratica con la verità in tasca rifuggendo da razionali confronti – stigmatizza Chizzoniti – è fatalmente destinata a percorrere insidiose vie di fuga che hanno sempre costituito le precondizioni di tanti rovinosi pseudo cambiamenti. Mussolini, con il permesso del Re e del regio esercito, conquistò agevolmente l’Italia novant’anni fa, opponendo alla democrazia ‘formale’ quella ‘sostanziale’ intercettando gli orientamenti popolari e, se si vuole, farciti anche da nazionalismo plebeo somministrato in dosi appropriate. Analogamente, oggi – continua – si nega la realtà e con gelida reticenza e perfida ipocrisia si liquida Grillo ed il movimento che lo sostiene quale sintesi della cosiddetta antipolitica, dimenticando che la drammatica situazione in cui versa l’Italia è riconducibile caso mai alla politica ‘anti’ popolare. Ragion per cui – dice il presidente della Commissione di Vigilanza – se Grillo esprime i bisogni della gente dando voce a chi voce non ha, ponendosi diverso, distinto e distante rispetto alla deludente politica, bisognerebbe avere l’amabilità di riconoscere che i cinquestellati nascono dal fallimento di chi li ha preceduti. Non a caso continuano a riempire le piazze. Rebus sic stantibus, appare quanto mai opportuna l’assunzione di una forte e coralmente convergente azione politica per far comprendere al premier Renzi (o a chi per lui) l’errore di partenza invitandolo a non affrontare la realtà attuale con il capo rivolto sempre al passato pensando che tutto sia stato sbagliato. Caso mai riflettendo sulla graduale, astratta perfettibilità dell’universo senza dimenticare – ricorda Chizzoniti – che ‘chi è venuto al mondo per ammaestrarlo seriamente e nelle cose più importanti, può dirsi fortunato se salva la pelle’. Schopenhouer, sempre lui, dixit! Infatti, le rivoluzioni non si fanno annichilendo i Giudici over settanta (quasi cinquecento) ed i Tribunali che funzionano, inseguendo progetti nichilisti che Renzi ha il diritto di perseguire ma non quello di imporli agli altri vestendo i panni del grande sacerdote rivoltoso che, scelto per riparare le ingiustizie, rischia paradossalmente di essere lui stesso una ingiustizia. Non è tollerabile – afferma Chizzoniti – infatti che i soli Enti esentati dalla stretta finanziaria siano i partiti i cui esponenti indulgono nell’acquisto di ville, barche, diamanti, fuoristrada, crociere, crociate… ecc…ecc…. Anche perché – conclude il presidente della Commissione di Vigilanza – bisognerebbe capire se in un proscenio politico tenebroso ed opaco c’è qualcuno disponibile ad assumersi la seria responsabilità di escludere che il progetto demolitorio disegnato a mano libera, oltre alle già coinvolte e travolte Agenzia dei beni confiscati e sezione periferica del TAR, possa cinicamente estendersi anche alla sede reggina della Commissione Tributaria Regionale e perché no, visto che ci siamo, alla Corte di Appello. E, per quel che riguarda la Provincia di Cosenza, alla Sezione del Tribunale di Sorveglianza preceduta dall’avvilente e mortificante già consumata abolizione del Tribunale di Rossano, ed a Reggio, di quelli di Melito e Cinquefrondi”.

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