Reggio Calabria. “Da Serajevo alla Grande Guerra/28 giugno-28 luglio/La calda estate del 1914” è il tema dell’incontro promosso dalla Sezione Giovanile dell’Associazione Culturale Anassilaos che si terrà sabato 28 giugno alle ore 18,00 presso la Sala di San Giorgio al Corso, a cento anni esatti dall’attentato di Serajevo nel corso del quale vennero assasinati l’erede al trono dell’Impero AustroUngarico Francesco Ferdinando e la sua consorte, scintilla prima dello scoppio della Guerra. Questo incontro apre un ciclo di manifestazioni e mostre dedicate al Centenario della Prima Guerra Mondiale che saranno curati dai Giovani di Anassilaos che accompagnerà il 2014 e il 2015, anno dell’intervento in guerra dell’Italia, e che prevede per il prossimo lunedì 28 luglio, presso la Chiesa di San Giorgio/Tempio della Vittoria, data in cui con la dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia, si avvia l’inarrestabile processo che in pochi giorni, in un crescendo di reciproci ultimatum, mobilitazioni e dichiarazioni di guerra, porterà l’Europa al conflitto, una messa solenne in suffragio di quei milioni di soldati e civili che sono caduti nell’immane conflitto senza alcuna distinzione tra vincitori e vinti e la deposizione di una corona d’alloro nella Cappella della Chiesa dedicata ai Caduti. Una iniziativa per la quale l’Anassilaos Giovani ha chiesto il sostegno morale delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma della Provincia ai cui Presidenti i giovani consegneranno una medaglia-diploma quale segno di gratitudine e apprezzamento per il loro positivo operare, con un impegno e un sacrificio non sempre pienamente riconosciuto e apprezzato, al fine di mantenere ed alimentare nelle più giovani generazioni la memoria del passato. L’incontro di sabato, nel corso del quale saranno anche annunziate le prossime iniziative che coinvolgeranno le altre sezioni del Sodalizio reggino, servirà a mettere a fuoco alcuni dei protagonisti della tragica estate di cento anni fa, i sovrani (l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe che morendo nel 1916 non ebbe modi di assistere alla dissoluzione del suo Stato, il Kaiser Imperatore di Germania Guglielmo II, lo Zar Nicola II che, con la guerra aprì la strada, nel 1917, alla rivoluzione bolscevica nella quale perse il trono e nel 1918 la vita insieme a tutta la famiglia, Vittorio Emanuele III che spinse il Governo a proclamare la neutralità dell’Italia, pur parte della Triplice Alleanza), i governi e soprattutto gli stati maggiori. Ci si sofferma molto, talora, sul ruolo dei sovrani e dei governi e si sottovaluta invece il ruolo determinante che ebbero gli stati maggiori tedesco e austroungarico nello spingere per la guerra.“Grazie a Dio è la Grande Guerra”, scrisse un generale austriaco. Dopo 44 anni di pace (l’ultimo conflitto europeo fu nel 1870 la Guerra franco-prussiana) i militari avvertivano il bisogno, quasi la necessità di un bel conflitto, di cui però, al pari dei governi, non avvertirono l’intensità e la durezza nonché le tragiche conseguenze sul piano geo-politico. Tra i protagonisti di quella estate Papa Pio X che morì il 20 agosto di quell’anno e il successore Benedetto XV che nei mesi e negli anni successivi si levò come voce profetica definendo la guerra “orrenda carneficina”. Un riferimento, infine, a taluni eventi che si verificarono nel corso della Grande Guerra: la terribile epidemia di spagnola che uccise nel mondo circa 50 milioni di persone e, il 13 maggio del 1917 la prima apparizione della Vergine a Fatima che annunciò la fine della Guerra.
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