Reggio Calabria. Si è concluso con 6 condanne ed una assoluzione il processo “Dogville”, celebrato dinnanzi al gup di Reggio Calabria Cinzia Barillà, e scaturito dall’omonima operazione condotta dalla Polizia nel gennaio 2013, che ha preso avvio dalle denunce di un imprenditore di Sant’Ilario dello Jonio, che si è rivolto al Commissariato stanco delle pressanti richieste estorsive.
I sette imputati, per tutti loro il sostituto procuratore della DDA Antonio De Bernardo aveva invocato condanne per un totale di 70 anni di carcere, sono accusati a vario titolo di tentata estorsione, estorsione, riciclaggio, tutti aggravati dalle modalità mafiose, ed usura.
Il gup ha assolto da ogni accusa Antonia Napoli, difesa dall’avvocato Bartolo. Di seguito le condanne inflitte agli altri sei imputati: Giuseppe Belcastro, 13 anni e 4 mesi di reclusione, Domenico Musolino, 13 anni e 4 mesi di reclusione; Antonio Galizia (figlio naturale di Belcastro), 7 anni di reclusione; Grazia Marzano (moglie di Belcastro), 5 anni di reclusione; Ivano Tedesco, 5 anni di reclusione; Giuseppe Nocera, 4 anni di reclusione.
Oltre alla pretesa di mille euro al mese, successivamente Giuseppe Belcastro, presunto boss di Sant’Ilario, avrebbe preteso che l’imprenditore gli assumesse anche il figlio, il quale però avrebbe dovuto ricevere lo stipendio senza mai prestare un solo giorno di lavoro.
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