Processo Reale. La Cassazione annulla la confisca da 14 milioni all’ex consigliere regionale Santi Zappalà

Reggio Calabria. La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la confisca di beni, per un valore di oltre 14 milioni di euro, operata a carico dell’ex consigliere regionale Santi Zappalà, arrestato nell’ambito dell’operazione Reale. La Suprema Corte, inoltre, ha annullato con rinvio anche l’aggravante mafiosa confermando la condanna per il solo reato di corruzione elettorale. In appello Zappalà era stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione per corruzione elettorale aggravata dalla modalità mafiose.
L’arresto di Zappalà, all’epoca dei fatti consigliere in quota Pdl, fu eseguito nel dicembre 2010 nell’ambito dell’operazione Reale, condotta dai Carabinieri del Ros. I militari riuscirono a installare una microspia ambientale in casa di Giuseppe Pelle, figlio del carismatico boss di ‘ndrangheta, il defunto Antonio Pelle detto “‘Ntoni Gambazza”. Le intercettazioni svelarono i colloqui in casa Pelle, cui partecipò Zappalà, il quale si era rivolto a Pelle per chiedere voti in vista delle imminenti elezioni regionali che lo videro poi effettivamente eletto in quota Pdl nell’assise regionale con oltre 11 mila preferenze.
Dopo le condanne in primo e secondo grado, a ottobre 2013 la Guardia di Finanza aveva confiscato i beni di Zappalà, un patrimonio da 14 milioni di euro che adesso dovrà essere restituito all’ex consigliere regionale, difeso dagli avvocati Francesco Albanese e Domenico Alvaro.

La Corte di Cassazione ha elargito una raffica di annullamenti, su 16 ricorrenti una sola condanna è stata confermata in toto.
Tra gli altri, la Corte ha annullato senza rinvio la condanna per Filippo Iaria, era accusato di associazione mafiosa, con immediata scarcerazione.
Annullata con rinvio anche la posizione di Giuseppe Mesiani Mazzacuva, anch’egli accusato di associazione mafiosa. Annullate con rinvio tutte le imputazioni di intestazione fittizia ex art. 12 quinquies. Un duro colpo per l’impianto accusatorio. Il processo sostanzialmente sarà celebrato nuovamente dinanzi alla seconda sezione penale della Corte d’Appello.

Fabio Papalia

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