Arrestato assistente scelto di Polizia Municipale: sfruttava omonimia con Pietro Grasso per promettere posti di lavoro in cambio di denaro

Reggio Calabria. I Finanzieri del Gruppo di Reggio Calabria, diretto dal tenente colonnello Mario Intelisano, hanno eseguito ieri un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria – Adriana Trapani – su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di Pietro Desiderio Grasso – 48enne nato a Palmi, appartenente al Corpo della Polizia Municipale di Reggio Calabria col grado di assistente scelto, indagato per i reati di truffa, falso, millantato credito e peculato. L’uomo, nel pomeriggio di ieri, è stato raggiunto da un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere per truffa aggravata e millantato credito, che gli è stata notificata nel carcere di Arghillà dagli investigatori della Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro, che hanno eseguito un’attività d’indagine parallela, nata da altre denunce di presunte vittime dell’assistente scelto.
L’indagine svolta dalla Guardia di Finanza, denominata operazione “Ti sistemo io”, ha rivelato un collaudato meccanismo messo in atto con ripetitività e sistematicità da Grasso il quale, millantando una parentela diretta e una significativa capacità di influenza con il suo omonimo Pietro Grasso, ex Procuratore Nazionale Antimafia e oggi Presidente del Senato (ovviamente completamente estraneo ai fatti), traeva in inganno numerosi ignari ed ingenui cittadini, promettendo assunzioni presso le pubbliche amministrazioni e ricevendo in cambio cospicue somme di denaro.
Le indagini hanno permesso di accertare che il copione recitato da Pietro Desiderio Grasso era sempre il medesimo: un iniziale approccio fatto di cordialità e simpatia, sbandieramento della parentela, di fatto inesistente, con l’ex Procuratore Nazionale Antimafia, Dott. Pietro Grasso, “ siamo figli di due fratelli” (oggi Presidente del Senato),
oltre a conoscenze e cariche presso tutti gli uffici pubblici di Reggio Calabria, assicurazioni sull’avvio al lavoro presso una pubblica amministrazione e richiesta del denaro da corrispondere rigorosamente in contanti ed anche in comode rate. Le cifre richieste variavano da 10.000,00 euro sino ad arrivare anche a 30.000,00 euro, denaro necessario, a dire del Grasso, per ottenere i favori del potente di turno.
Dopo il pagamento della somma pattuita, Grasso sempre secondo l’accusa reiterava il suo comportamento illusorio al fine di alimentare la sua fama di mediatore con i centri di potere tanto che faceva sottoscrivere alle sue vittime falsi contratti di assunzione, da lui predisposti, apparentemente emessi ed intestati al Comune di Reggio Calabria, al Ministero dell’Interno, al Ministero delle Politiche Agricole ed alla Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria. Per rafforzare l’affidabilità di tali documenti, vi apponeva dei timbri ed in particolare, un timbro originale della Polizia Municipale di Reggio Calabria, sottratto agli uffici del Comando ove prestava servizio, un timbro falsificato riferibile agli uffici amministrativi del Comune di Reggio Calabria ed un timbro lineare della Guardia di Finanza risultato essere completamente contraffatto. Tali falsi documenti venivano somministrati alle ignare vittime che li sottoscrivevano, ormai convinti di avere ottenuto l’agognato “posto fisso”.
Ma i Finanzieri hanno inoltre constatato che, per svolgere le suddette attività illecite, Pietro Grasso non ha esitato ad utilizzare anche le autovetture di servizio di proprietà del Corpo di Polizia Municipale. Inoltre è stato rilevato un caso di rivelazione di segreto d’ufficio, allorquando il Grasso ha informato un suo amico circa l’esistenza di un esposto anonimo pervenuto presso il Comando di Polizia Municipale di Reggio Calabria in relazione a presunti lavori edilizi abusivi in corso. Tali ultime condotte hanno comportato anche la contestazione dei gravi delitti di peculato e rivelazione di segreto d’ufficio.
Dalla ricostruzione effettuata dalle Fiamme Gialle, le somme intascate da Grasso Pietro Desiderio dal 2010 ad oggi si aggirerebbero a circa 500.000 euro. Le indagini di natura patrimoniale sono tuttora in corso.
Va sottolineata la collaborazione fornita da parte del Corpo di Polizia Municipale e in particolare dal comandante, Domenico Crupi, il quale ha inizialmente spostato Grasso dall’ufficio in cui prestava servizio destinandolo ad altro compito. Negli ultimi quattro mesi, poi, Grasso era stato sospeso dal servizio dalla commissione straordinaria su proposta del comandante Crupi.

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