Reggio Calabria. L’operazione Araba Fenice ha subito nelle ultime ore ulteriori pronunce giudiziarie che hanno parzialmente modificato lo stato sostanziale e cautelare dei soggetti coinvolti. La Corte di Cassazione ha infatti annullato nei confronti di Antonino Pavone – difeso dagli avvocati Marco Tullio Martino e Domenico Neto – l’ordinanza di custodia cautelare nella parte relativa alla presunta, oggi annullata, intestazione fittizia della propria azienda asseritamente considerata a disposizione della cosca Latella. Gli avvocati Neto e Martino, unitamente all’avvocato Fabio Federico del foro di Roma hanno sostenuto davanti al Supremo Collegio come le condotte del Pavone fossero state sempre avulse da logiche intestatarie e che in particolare la ditta dallo stesso condotta – che si occupa della raccolta e dello smaltimento di amianto – fosse solo e soltanto allo stesso imprenditore reggino riconducibile.
Sempre nell’ambito della stessa operazione ha lasciato il carcere di Vibo Valentia Sebastiano Musarella, difeso dagli avv.ti Marco Tullio Martino (coadiuvato dalla Dott.ssa Nicoletta Gattuso), ed Alberto Marrara. Per il Musarella, che rispondeva del reato di intestazione fittizia aggravata dall’art. 7, il gip di Reggio Calabria ha ravvisato come – in accoglimento delle doglianze difensive – non fossero più sussistenti le esigenze cautelari sottese al caso di specie, disponendo pertanto la sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari.