Motta San Giovanni. Centrale a Carbone, oggi a Lazzaro si incontrano i sindaci del “NO”

Motta San Giovanni (Reggio Calabria). I sindaci del “No” alla realizzazione della Centrale a carbone di Saline Ioniche si incontrano oggi, alle ore 18.30, a Lazzaro, presso la sala istituzionale dell’Antiquarium. Una riunione cui sono stati invitati a partecipare, oltre i neo sindaci dell’Area grecanica, gli amministratori locali del comprensorio, i rappresentanti dei partiti politici e delle associazioni che in questi anni si sono opposti all’iniziativa. A darne notizia è il primo cittadino di Motta San Giovanni, Paolo Laganà, che coordinerà, tra l’altro, l’incontro. “Siamo ad un punto di svolta – commenta il sindaco- . La determinazione del Ministero dell’Ambiente nel rigettare qualsiasi richiesta di coloro che si oppongono all’uso del carbone, unitamente al vuoto politico regionale che è sotto gli occhi di tutti e alle ambiguità dei vertici della Provincia di Reggio Calabria, da un lato ci preoccupano e dall’altro ci richiamano alla responsabilità istituzionale di condividere con un fronte più ampio possibile le ragioni delle nostre battaglie. Per primi ci siamo interrogati sulla opportunità di una simile iniziativa, lo facciamo ancor più oggi alla luce di un’esperienza maturata leggendo gli atti, le proposte e le scelte che non condividiamo né nel metodo né nel merito”. “Dobbiamo far comprendere alla gente – spiega Laganà – che quest’opera non sarà una passeggiata, né per l’ambiente, né per la salute pubblica, né per la qualità della vita. E’ bene sapere che la Calabria produce un surplus energetico ben superiore alla quota di fabbisogno e a quella di solidarietà nazionale che lo Stato chiede. E’ bene che si sappia che l’opera porta con sé, come una tartaruga porta la corazza, un insuperabile carico e danno ambientale a cui ci opponiamo senza riserve”. Si chiede, quindi, il sindaco di Motta: “Ma veramente c’è qualcuno che possa pensare che accanto ad una centrale a Carbone si possa anche fare del turismo? E i nostri investimenti in tale direzione che fine faranno? A cosa è servito recuperare chilometri di costa, costruire nuovi depuratori, spendersi nel sistema rifiuti, se a distanza di qualche metro dalle nostre spiagge si avrà l’incognita Carbone? Abbiamo o no il diritto di salvaguardare il nostro patrimonio pubblico e privato e, soprattutto le bellezze della nostra terra che ha dato tanto e continua a dare anche in termini energetici?”. Insomma, interrogativi, questi, “che porteremo al tavolo dei sindaci e degli amministratori – aggiunge Laganà – e di quanti si battono sul fronte del No alla centrale a carbone. E’ giusto anche che la gente sappia che in questi giorni si è dato avvio alla fase espropriativa dei terreni su cui verranno realizzate parte delle opere della Centrale, peraltro in zone dove in precedenza la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Paesaggistici aveva totalmente negato qualsiasi iniziativa”. E, anche in questo caso, si chiede Laganà: “Ma com’è possibile che nelle zone della c.d. Rete Natura sia impossibile installare quattro pannelli solari, mentre invece è consentito farlo per una mega sottostazione elettrica del tipo di quella proposta a cavallo tra il nostro Comune e Montebello Jonico?”.

Paolo Vacalebre

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