Motta. La classe 1964 festeggia al colle del Leandro

Motta San Giovanni (Reggio Calabria). Era l’anno 1964. Si dice che fosse un anno pieno di fermenti e idee. Nel mondo si registra lo scoppio della guerra del Vietnam e l’incarcerazione di Nelson Mandela; in Italia si apre la circolazione del traforo del San Bernardo, si inaugura l’autostrada del Sole, si produce il primo vasetto di Nutella. Il 1964 si dice anche fosse un anno pieno di nascite, e a tal proposito a Motta San Giovanni, soltanto nel territorio capoluogo, vengono alla luce ben 83 “pargoletti”. Cinquant’anni dopo eccoli, tutti insieme, quei “bambini” di allora, riuniti a festeggiare, in modo coinvolgente, con una rimpatriata il mezzo secolo di vita: ed è stata davvero una gran bella iniziativa, così come, ormai da diversi anni, segue una tradizione a Motta. La location dell’incontro è in uno scenario unico, immersa nel verde e in una folta pineta, al colle del Leandro: qui, si sono dati appuntamento i coetanei del ’64 per una serata piena di ricordi, vecchi aneddoti e risate. Ma è stato, soprattutto, un modo per rivedersi e per riallacciare, in qualche modo, i contatti che il tempo (e la vita), inevitabilmente, ha fatto prendere strade (e anche città) diverse.
Ovvio, non tutti sono stati presenti al raduno, ma alla fine sono stati, comunque, in tanti ad essere rintracciati e convinti a partecipare all’“evento”, grazie all’impegno del cosiddetto “comitato organizzatore” formato da Nato, Angelica, Francesca, Caterina, Giovanni e Memè. E così si sono ritrovati i compagni di allora delle medie, delle elementari, e anche dell’asilo. Al ristorante “Oleandro”, con i coloratissimi tavoli predisposti a ferro di cavallo così da potersi vedere tutti in faccia, fra una portata e un’altra di un menù di tutto rispetto, molti sono stati i brindisi dedicati agli anni passati, ma soprattutto per quelli futuri. Microfono in mano, è toccato a Nato e Vincenzo (in rappresentanza dei maschi), e a Paola e Cristina (per le donne), a tracciare propositi e speranze (e anche timori) per il prosieguo della vita su cui i cinquantenni hanno riflettuto e sorriso insieme. Anche se, forse, in verità, sono state quelle di Gaspare, uno che da giovanissimo avrebbe potuto fare carriera nel calcio, le parole che più hanno fatto emozionare il gruppo dei festeggiati, il cui pensiero, durante l’incontro, è andato anche a Franca Melidona, purtroppo troppo presto strappata alla vita.
Nel corso della serata, animata, tra l’altro, da tanta musica e balli, è stata, poi, Paola, l’“insegnante”, a “regalare” ai suoi coetanei una pergamena con impressa una poesia di Paulo Coelho dal titolo “Le cose che ho imparato dalla vita”, mentre Carmelo, l’“artista”, ha preparato per tutti una “bomboniera” fatta con la pietra su cui, oltre un paesaggio, era inciso l’anno 1964. Una data che ha visto nascere, tra l’altro, i fratelli gemelli Maria e Mimmo, e che, poi, nel tempo, ha visto prima sbocciare e, quindi, consacrare l’amore della coppia formata da Virginia e Gianni, e quella tra Francesca e Giovanni (con la figlia Maria Ilaria “fotografo” ufficiale della serata). A rendere particolare l’iniziativa anche la visita all’ex maestra Antonietta, che era stata l’insegnante della classe frequentata dalla maggioranza dei cinquantenni protagonisti della festa. Dopo il taglio della torta e la foto di gruppo da immortalare nell’album dei ricordi di ognuno, da parte di tutti, prima di chiudere la simpatica e divertente rimpatriata, l’impegno per rinnovare l’appuntamento. Fra 50 anni? No, troppa grazia… Soltanto fra cinque anni. E, come si dice in questi casi, a Dio piacendo.

Paolo Vacalebre

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