Reggio Calabria. Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, presidente Minutoli, Plutino relatore e Amodeo a latere, ha annullato la misura della custodia cautelare in carcere disposta dal gip per i due noti avvocati penalisti Giulia Dieni e Giuseppe Putortì, arrestati lo scorso 22 luglio nell’ambito dell’operazione Rifiuti Spa 2 condotta dalla DDA sulle presunte infiltrazioni della cosca Alampi nella gestione delle discariche, e ha ordinato l’immediata scarcerazione dei due professionisti. Le istanze presentate per conto di Giulia Dieni, difesa dagli avvocati Michele Albanese e Manlio Morcella, e di Giuseppe Putortì, difeso dagli avvocati Michele Priolo, Giacomo Iaria e Valeria Iaria, sono state discusse ieri. Accogliendo le richieste delle difese, che contestavano la carenza indiziaria, il Riesame ha annullato la misura cautelare rimettendo in libertà i due avvocati. Questo articolo è di proprietà di newz.it
Secondo l’accusa i due, quali legali di fiducia di Matteo Alampi, si sarebbero prestati a fare da postini e da portatori di messaggi e notizie agli altri sodali non detenuti. La Procura aveva avanzato richiesta di misura cautelare ipotizzando il reato di associazione mafiosa, ma il gip, nel concedere la misura cautelare, aveva rimodulato il capo d’accusa nei confronti dei due professionisti in concorso esterno in associazione mafiosa.
“Sul piano personale – ha detto a Newz.it l’avvocato Michele Albanese – posso dire soltanto che la scarcerazione della mia amica Giulia Dieni segna la fine di un incubo durato 14 giorni. Sotto l’aspetto processuale, devo soltanto aggiungere, per il momento, come l’ordinanza cautelare oggi annullata dal Tribunale del Riesame fosse apparsa, fin dall’inizio, connotata da profili di singolare stravaganza, al punto che, dall’esame del provvedimento non si riusciva a comprendere addirittura quale fosse la condotta materiale contestata all’avvocato Dieni. E’ opportuno tuttavia, prima di qualunque altra considerazione e determinazione, attendere la motivazione del Tribunale del Riesame. Spero infine che, gli organi rappresentativi dell’avvocatura, all’esito di questa spiacevole vicenda, valutino l’opportunità di adottare iniziative e provvedimenti diretti alla tutela della libertà di noi difensori ad esercitare l’alta funzione alla quale la toga ci chiama e che è finalizzata a garantire a chiunque l’esercizio del diritto costituzionalmente garantito di difendersi”. “Per noi è una giornata di grande soddisfazione – ha detto a Newz.it l’avvocato Giacomo Iaria – perché abbiamo fatto emergere l’insussistenza del teorema accusatorio e ci riserviamo di interloquire meglio quando avremo le motivazioni del provvedimento”.
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