Brancaleone (Reggio Calabria). I vitigni marginali della provincia di Reggio Calabria visitati da un famoso enologo americano. Ne ha dato notizia il prof. Orlando Sculli, di Brancaleone, esperto della materia ed autore di alcune pregevoli pubblicazioni sull’archeologia del vino (I Palmenti di Ferruzzano, I Vitigni autoctoni della Locride, ecc.). Sculli, da appassionato e competente qual è, si è messo a disposizione dell’enologo americano perché consapevole che “ormai da più di un decennio le risorse viticole della provincia di Reggio Calabria che rappresentano il retaggio della viticoltura del Mediterraneo antico, sono all’attenzione di studiosi o semplici appassionati, mentre c’è da registrare il totale disinteresse delle istituzioni calabresi che non considerano le potenzialità di tali ricchezze, che peraltro rischiano di scomparire”. Un grido d’allarme, quindi, che giustifica la presenza dello studioso americano in terra di Calabria. Il mese di agosto, secondo Sculli, è stato quello che ha rappresentato il periodo più intenso in quanto il prof. Adamo Rombolà dell’Università di Bologna, accompagnato da un professore dell’Università di Washington, ha visitato un campo di salvataggio delle viti autoctone reggine creato dallo stesso Sculli ed alcuni palmenti nel Comune di Ferruzzano. E stata la volta, poi, del prof. Gustavo Ganzales, enologo, formato alla Davis di California con cui collabora. Gonzales è l’enologo della Mira Winery della Napa Valley Ava District di Calinfornia, che comprende vigneti e cantine nella Napa Walley appunto. L’illustre enologo americano è “sbarcato” in Calabria grazie ai contatti avuti con Deborah Golino della Davis e dal giovane ingegnere Cesare Scarfò che lavora all’Isola del Giglio, dove ha salvato una ventina di accessioni di viti antiche. “Gonzales, d’accordo con la Golino – fa presente Sculli – è partito alla volta dell’Italia per capire praticamente quanti viti del Mediterraneo antico sopravvivono ancora nei vigneti marginali ancora per poco, e poi organizzare il salvataggio, creando un’équipe che giri nel territorio e che nello spazio di pochi anni salvi dall’estinzione i vitigni non salvati dallo stesso Sculli. Quindi, Gonzales, ha fatto una cavalcata nella storia visitando vigneti marginali, monumenti e i palmenti della Locride, le vasche vinarie scavate nella roccia, che all’aperto del periodo ellenico fino al Tardo Antico, produssero vini che raggiunsero le aree di tutto il Mediterraneo”. Anche i vitigni di Bivongi sono stati presi in esame da Gonzales. Qui è stato accompagnato da Sculli, Scarfò ed Ernesto Riggio, presidente della cooperativa sociale, il quale metterà a disposizione la sua struttura all’enologo americano nel caso che alla Davis si dovesse decidere un intervento di ricerca in laboratorio. Gonzales, nel suo tour calabrese, ha effettuato, poi, delle prove sensoriali con le uve accettabilmente mature nei vigneti marginali nell’area di Ferruzzano dove ha individuato circa 70 accessioni molto speciali. Sempre secondo il racconto di Sculli, Gonzales ha telefonato al Senatore Morra del M5S anch’egli interessato al problema della conservazione che sta ricercando un campo dove poter organizzare un giardino della biodiversità. Infine, l’enologo americano ha visitato alcuni vigneti siti nella Rocca degli Armeni nel Comune di Bruzzano Zeffirio ed il vigneto di Bruno Traclò di Bova Marina nonché quello di Giuseppe Palermiti di Palizzi che assieme al prof. Domenico Autolitano ne illustrò le caratteristiche.
Agostino Belcastro