Gambarie di Santo Stefano in Aspromonte (Reggio Calabria). Tra le svettanti cime dell’acrocoro aspromontano e le Serre vibonesi, lungo la linea di crinale, si sviluppa, in un alternarsi di aspetti naturali e ambientali di suggestiva bellezza e di emergenze storico-antropologiche, un sentiero per escursionisti di oltre cento chilometri: il “Sentiero del Brigante”.
Individuato e “segnato” dal GEA-Gruppo Escursionisti d’Aspromonte alla fine degli anni ottanta del secolo scorso il sentiero parte da Gambarie di Santo Stefano in Aspromonte e si conclude a Serra San Bruno e Stilo, dopo essersi biforcato alla Ferdinandea, ex dimora di caccia di Caccia di Ferdinando II di Borbone.
Già dal nome, il “Sentiero del Brigante” è fortemente evocativo, e lo diviene maggiormente quando, per interesse o semplice curiosità, si approfondiscono le ragioni di tale denominazione. Partendo dal centro dell’Aspromonte e dirigendosi, a nord, verso le Serre, un susseguirsi di designazioni toponomastiche raccontano di ribelli e briganti che, in varie epoche storiche, hanno percorso queste montagna e in essa hanno trovato rifugio. Oltre ai toponimi, anche i racconti, le leggende e numerosi documenti d’archivio parlano di briganti, talvolta temuti altre volte protetti, considerati eroi, giustizieri, raramente criminali.
A partire dallo schiavo ribelle Spartaco, delle cui gesta ci parlano i significativi resti di fortificazioni rinvenuti nei pressi dello Zomaro, sulla cosiddetta “Dorsale Tabulare”, si ha notizia di molti altri personaggi, più o meno illustri, definiti briganti, che hanno trovato in Aspromonte rifugio e vie di fuga.
Il più noto fu il leggendario Nino Martino, la cui memoria ancora si tramanda nei racconti e nei numerosi toponimi che costellano l’Aspromonte. Ci fu poi la Banda Mittica di Platì, che insieme al generale Borjès, subito dopo l’Unità, cercò di ripristinare il Regno Borbonico in Calabria, il sanguinario Bizzarro e il giustiziere Sonnino. Camminare lungo questo sentiero significa, dunque, camminare “sulle tracce dei briganti”.
Questa suggestione fa del “Sentiero del Brigante” un sentiero tematico, e come tale è classificato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte. Ma non è solo storico l’interesse che l’itinerario suscita nei visitatori. La sua caratteristica è quella di legare e dare continuità e armonia al paesaggio rurale e montano attraversato, mettendo in relazione aree di grande interesse naturalistico e insediamenti rurali, centri abitati e foreste, emergenze architettoniche e archeologiche.
Dal suo punto iniziale a quello finale, il sentiero incontra numerosi siti, poco valorizzati e quasi dimenticati: vecchie dimore nobiliari, strutture fortificate, emergenze archeologiche, boschi ricchi di biodiversità, villaggi caratteristici, paesi medioevali, panorami sullo Ionio e sul Tirreno.
Percorribile in entrambe le direzioni, il Sentiero del Brigante può rappresentare un’esperienza giornaliera o un trekking di più giorni, una passeggiata tra i boschi o un’escursione organizzata. Sin dalla sua prima “segnatura” è stato suddiviso in tappe, così che si può accedere da vari punti. Non è quindi necessario recarsi a Gambarie, a Serra San Bruno o a Stilo per percorrerne un tratto. Può essere percorso a piedi, in mountain bike o a cavallo, e si presta a iniziative didattiche indirizzate alle scolaresche.
Le caratteristiche fisiche del tracciato, che non presenta particolari difficoltà o pericoli, fanno, del Sentiero del Brigante, un sentiero per escursionisti, turisti, famiglie, studenti. Un sentiero per tutti.
Tra il 28 e il 31 agosto un nutrito gruppo di cavalieri percorrerà l’intero “Sentiero del Brigante”. Il trekking, promosso dal GEA – Gruppo Escursionisti d’Aspromonte, in collaborazione con la F.I.S.E., Federazione Italiana Sport Equestri e il Centro Ippico “Le Siepi”, con il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria e del Parco Nazionale dell’Aspromonte, ha lo scopo di “testare” il sentiero e sensibilizzare le popolazioni interessate (il sentiero attraversa il territorio comunale di oltre 20 comuni), le Amministrazioni, gli imprenditori, sulle opportunità che l’escursionismo e il turismo rurale possono offrire in termini di sviluppo sociale ed economico.
Il turismo rurale, nelle aree montane che per tempo si sono attrezzate, è un fenomeno in continua crescita e i motivi della crescita vanno ricercati nella tendenza a spezzare il periodo della vacanza in più periodi di breve durata; nella ricerca di “diversità”, ovvero la visita di luoghi che offrano esperienze, modi e ambienti di vita, contesti culturali, diversi da quelli che caratterizzano la routine quotidiana; nella ricerca di “identità” e “autenticità”, ovvero di luoghi fortemente caratterizzati; nella ricerca di esperienze ricreative a contatto con la natura, in un ambiente sano.
La rivalutazione e ricostruzione dello spazio rurale e montano è dunque la chiave di volta per lo sviluppo dell’estrema montagna meridionale laddove tale rivalutazione passi, prima di tutto, attraverso un laborioso percorso di riscoperta e valorizzazione, capace di coinvolgere attivamente le popolazioni locali.
I nuovi modelli di fruizione dello spazio rurale e montano, come ad esempio l’escursionismo, si basano proprio sulla ricostruzione del paesaggio attraverso la riqualificazione ed il ripristino dei sentieri esistenti che diventano, così, infrastrutture territoriali, fisiche e culturali. I sentieri non sono dunque semplici e a volte insignificanti tracce sul terreno ma mezzo di collegamento tra le risorse che compongono il patrimonio da valorizzare, e sono, essi stessi, patrimonio del territorio e segni tangibili della storia e delle vicende delle popolazioni che li hanno tracciati, percorsi, abbandonati.
L’iniziativa sarà presentata domani, mercoledì 27 agosto, alle ore 10.30, nel Palazzo della Provincia: presenzieranno, il Presidente della Provincia, dr Giuseppe Raffa, il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, dr. Giuseppe Bombino, il Presidente del GEA- Gruppo Escursionisti d’Aspromonte, dr. Sandro Casile, il presidente della F.I.S.E. Calabria, Roberto Cardone, il tecnico di equitazione di campagna Salvatore Peschi.
